Upupa (Upupa epops) Linnaeus, 1758

 

Foto e testi di Andreas Bossi ©

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Upupa (Upupa epops) Linnaeus, 1758.- Foto e testi di Andreas Bossi �

L'Upupa (Upupa epops)  Dell'ordine dei Coraciformi (Coraciiformes), l'unico rappresentante della famiglia Upipidi (Upupidae). Sono uccelli dalle dimensioni simili ad una ghiandaia (25-29cm circa con un apertura alare di 44-48cm.) diffusi nel sud e centro Europa, Turchia, Israele e nelle aree meridionali della Russia. 
É un uccello migratore che si sposta dalle zone equatoriali per raggiungere le nostre zone a marzo per poi ripartire da metà settembre ai primi di ottobre.
Sono state indicate presenze svernanti anche in Sicilia.
Conduce una vita solitaria, al massimo in coppia; eventualmente si formano dei piccoli gruppi quando l’uccello compie il lungo volo migratorio.
Il lungo becco è sottile ed incurvato verso il basso, le zampe grigio ardesia sono corte.
Il piumaggio è inconfondibile, bruno rosato (come la volpe o un giallo-argilla) nella parte superiore e a strisce orizzontali bianco-nere nella parte inferiore.
Sul capo porta un ciuffo a ventaglio di penne erettili di colore marrone chiaro con l'apice nero. Il suo volo è molto affascinante sia per i colori che per le movenze. Infatti sembra una grande farfalla con una predominanza dei suoi colori bianco e nero. Il maschio e la femmina sono simili, anche se la femmina è leggermente più piccola. 
 

Quando viene minacciata si appiattisce sul terreno con ali e coda spiegate.
 Predilige ambienti semi-alberati caldi e assolati. Necessita di cavità per nidificare (fori su alberi e più raramente anfratti di rocce o di manufatti quali muri a secco o edifici rurali) e ampi spazi con vegetazione erbacea bassa sui quali alimentarsi.
 Di giorno la troviamo prevalentemente sul terreno alla ricerca di cibo (larve di invertebrati, grossi insetti, soprattutto grilli talpa, lombrichi, molluschi, ragni) mentre la notte si ripara tra il fitto fogliame degli alberi. È amante dei luoghi secchi dove si può incontrare presso boschetti o frutteti o lungo strade sterrate dove spesso si concede bagni di polvere. È presente anche nelle zone verdi delle città.
 Il becco lungo e ricurvo è una vera e propria pinza che serve per penetrare in rocce e tronchi alla ricerca di grossi insetti che ingerisce con una tecnica molto particolare sviluppata per ovviare alla ridotta lunghezza della lingua: li fionda in aria col becco ingoiandoli al volo mentre ricadono. Prima del lancio gli insetti vengono sbattuti
 ripetutamente a terra finché le zampe e la testa non si staccano dal corpo.
 Sventagliando la cresta il maschio dimostra uno stato di agitazione, oppure si esibisce nella parata nuziale all'inizio del periodo di nidificazione. Da marzo a giugno la femmina depone e cova per circa 16 giorni in una cavità 5-7 uova bianco-verdastre ma anche tendenti al blu oppure marrone cioccolato. In questo periodo il maschio si occupa di nutrire la femmina e i piccoli due o tre volte all'ora. Dopo 3-4 settimane (metà giugno) i piccoli lasciano il nido. Le covate possono essere 2 all'anno. Il nido è facilmente riconoscibile sia per gli escrementi dei genitori e dei pulcini che si accumulano, sia per l’odore repellente che sprigiona. Infatti, come difesa, la pulizia del nido non viene curata di proposito, lasciando che il fetore emanato, da un lato respinga i predatori e dall'altro attiri gli insetti. Se minacciati, mamma e piccoli emettono sgradevoli vocalizzi e sono in grado di scagliare contro l'intruso il liquido puzzolente prodotto dalla ghiandola dell'uropigio. Se da soli, i piccoli, si dispongono a cerchio allargando le ali e alzando la piccola cresta e, se questo non basta ad intimorire, allora si piegano e "sparano" contro l'intruso un misto di liquido oleoso e feci.  Il fetore è tale che anche i topi e le donnole, naturali loro nemici, ne fuggono spaventati.
 Conosciuta con diversi nomi nelle varie regioni italiane come:

Campania Paposcia
Marche Puppula
Puglia Poppita, Papuscia
Sicilia Pipituni, Catabusciu
Toscana Bubbola, Galletto Marzolo
Umbria Puppola
Veneto Galeto magiarolo

Il suo nome comune deriva dal caratteristico e potente verso  "pup-pup-pup" che il maschio emette da sommità di alberi durante la stagione riproduttiva.
 Un tempo molto diffusa ha avuto un brusco e drastico calo di presenze in relazione non solo col disturbo recato dalle attività antropiche, ma soprattutto della scarsità di adatto habitat riproduttivo. Infatti è scarsa o assente in aree di pianura caratterizzate da intensa attività agricola con colture arboree da frutto ed intenso uso di insetticidi, oppure da ridotta o nulla presenza di vecchie alberature. Paesi come la Svezia, l'Olanda e il Belgio non contano più presenze di questo splendido uccello.
 Per la sua bellezza e poca diffusione è stata scelta per rappresentare la LIPU ovvero la Lega Italiana Protezione Uccelli. La sua immagine è anche presente in numerosi stemmi e simboli araldici.

Nella cultura popolare è tutt'ora chiamato "uccello del malaugurio" e con questa immeritata nomea compare anche in "Dei Sepolcri" di Ugo Foscolo (che tra l'altro la scambia per un uccello notturno) ma è stata, in parte, riabilitata un secolo dopo da Eugenio Montale nella raccolta "Ossi di Seppia" dove la definisce "uccello ilare calunniato dai poeti".
 In Italia ci sono tra i 20.000 e i 50.000 esemplari di Upupa.  Il Foscolo non fu l'unico e non è una caratteristica dei poeti italiani ma anche in Inghilterra l'upupa era confusa con altri uccelli o creduta notturna e abitatrice di cimiteri.
Dagli antichi persiani era considerato l'uccello piu' saggio, addirittura messaggero del divino, mentre gli arabi la chiamano "uccello dottore" e la considerano capace di scoprire pozzi e sorgenti nascoste.
 Specie utile all'agricoltura tutelata ai sensi della L. 11/02/1992, n. 157 e specie strettamente protetta in base alla Direttiva di Berna del 19-9-1979 (Allegato II) (per ora!! perché potrebbe diventare cacciabile con le nuove scandalose proposte di variazione alla legge presentate dal Sen. Orsi).

 


   Oggi, 20-03-2009, dopo due giorni di neve e nevischio ed un abbassamento drastico della temperatura, mi sono dedicato alla ricerca della cincia mora e della cesena (un cacciatore mi ha garantito che questa è la situazione climatica ideale per notare stormi più o meno numerosi di cesene che scendono verso le valli meno innevate), è così che, come spesso accade, quando cerchi una cosa ne trovi un altra. Tutto mi potevo immaginare ma non un Upupa. Avevo già fotografato altre volte l'upupa ma mai di questa stagione nel Mugello e mai con questi freddi. Il poverino, perché sicuramente si tratta di un maschio che precede sempre la femmina, non immaginava certo di ritrovarsi dalle calde terre equatoriali in quelle fredde della nostra regione montana. Mi sono subito fermato e, con la Olympus montata sullo Scopos, ho fatto degli scatti temendo la sua fuga. Per nulla intimorito si è lasciato fotografare mentre cercava insetti e larve nel terreno ancora umido dallo sciogliersi della neve. Vedendo la sua tranquillità ho potuto concentrarmi sulle immagini e ho scattato anche molte immagini in raw. Una leggera schiarita mi ha aiutato nell'esposizione ed ecco la immagine che ho potuto scegliere tra una ventina di scatti accettabili.
   Non sono immagini di grande bellezza ma sono sicuramente un documento ornitologico interessante.

   Foto scattata con la Olympus E-420 montata direttamente con anello T2 sullo Scopos ED APO 66 . La focale finale è di un 800mm F/6 e il soggetto è a circa 15m. L'immagine è un leggerissimo crop.






Mini guide

Introduzione
● - Introduzione al digiscoping
Digiscoping con la reflex
● - Il Binocolo breve guida alla scelta.
● -
Il treppiede e la testa  breve guida
alla scelta.

● - Chiarimenti e semplici indicazioni

una mini guida
● - Tre oculari ed un cannocchiale  un mini test o un gioco?
● - Digiscoping in notturna  Le esperienze e i consigli di un nostro amico.
● - Oculari - e non solo  
Un tentativo di semplificare la scelta e la conoscenza dei dati per conoscere il miglior oculare  da abbinare alla macchina fotografica e al suo obiettivo

Dati dello scatto

Ordine Coraciformi
Famiglia Upupidi
Scientifico Upupa epops
   
   
Inglese Hoopoe
Tedesco Wiedehopf
Spagnolo Abubilla
Francese Huppe fasciée
Giapponese yatsugashira
Portoghese Poupa
Svedese Härfågel
Cannocchiale Baader Scopos ED Apo 66
Oculare anello T2
Macchina Olympus E-420
Tempi 1/1160
Diaframma f. 6
ISO 400
Distanza 15 m.
Esposizione spot
Cavalletto monopiede
Mimetismo macchina
Photoshop si - M.Contrasto crop
Plug-in Neat image
Luogo Pruneta - San Godenzo(Fi)
Data 21/03/2009 16:23
Meteo un fievole raggio di sole