
Foto e testi di Alberto Tovoli ©
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Il capiolo è un piccolo ungulato
(circa 25kg il maschio, un po' meno
la femmina) ampiamente diffuso
soprattutto nell'Italia Centro-Settentrionale.
La sua conformazione è adatta alla
vita nel bosco fitto e nelle zone
cespugliose; il trofeo nel maschio è
piccolo e rivolto all'indietro, il
treno posteriore è più sviluppato
dell'anteriore per muoversi
saltellando tra le asperità del
terreno. Il mantello è rossiccio in
estate dopo la muta primaverile e
diventa bruno-grigiastro dopo la
muta autunnale. In inverno è
caratteristica la macchia di peli
bianchi a livello perianale (specchio
anale), che nel maschio assume un a
forma di rene con la concavità in
basso e nella femmina è più
rotondeggiante, a forma di cuore. Il
palco è presente solo nel maschio,
raggiunge i 25-30cm e può pesare
300gr; in ambiente appenninico, dove
ci sono più risorse alimentari,
raggiunge il massimo sviluppo.
Negli adulti la stanga si
ramifica in tre punte (oculare,
vertice, stocco), ma sono abbastanza
frequenti anomalie o deformazioni
strutturali del trofeo dovuti a
traumi, scompensi ormonali,
denutrizione, malattie, alterazioni
genetiche. Il trofeo viene rinnovato
ogni anno, cade a ottobre-novembre e
immediatamente comincia la crescita
delle nuove stanghe, ricoperte da un
tessuto riccamente vascolarizzato
chiamato "velluto"; in marzo-aprile
si interrompe la crescita e il
capriolo si libera del velluto
strofinando il palco negli arbusti.
La tipica colorazione scura delle
stanghe dipende proprio
dall'assorbimento delle resine degli
arbusti nelle stanghe e dal sangue
del velluto. Con il nuovo palco i
maschi cominciano ad assumere un
comportamento territoriale, i
piccoli branchi invernali si
separano e ognuno si cercherà un
territorio libero che delimiterà con
segnali olfattivi (con il secreto di
ghiandole presenti in diverse parti
del corpo), visivi (raspate), e
acustici (abbaio).
Le femmine in maggio-giugno
partoriscono uno-due piccoli, che
rimangono nascosti nell'erba alta,
La madre si avvicina ai piccoli solo
per allattarli;
SE TROVATE UN PICCOLO
DURANTE UNA PASSEGGIATA NON
TOCCATELO!; probabilmente
la madre è poco lontana e si
rifiuterà di allattarlo se
percepisce odori non "famigliari".
La stagione riproduttiva è in
luglio-agosto e dopo l'accoppiamento
comincerà una gravidanza molto lunga
(40-41 settimane); in realtà l'ovulo
fecondato rimarrà quasi quiescente
fino alla metà di dicembre, quando
comincerà il vero sviluppo
dell'embrione.
Chi
frequenta questo forum ormai avrà
capito che i miei soggetti preferiti
sono gli ungulati selvatici; ho la
fortuna di vivere nell'Appennino
emiliano, ricchissimo (fin troppo!)
di questi splendidi animali, e il
digiscoping è la tecnica ideale per
osservarli e fotografarli. Sono
animali abitudinari, relativamente "lenti",
facili da fotografare. Ma prima
dello scatto bisogna conoscere bene
le loro abitudini, i loro orari, la
direzione del vento (hanno un
olfatto sviluppatissimo) e quindi
piazzarsi in un angolino immobili e
ben mimetizzati ed aspettare...
Il digiscoping mi ha permesso di
comunicatre tante emozioni, dal
magico incontro con un lupo alle
prime poppate di un cerbiatto, allo
scontro tra due giganteschi cervi
maschi per la conquista dell'harem
di femmine. Ma sono certo che anche
a poca distanza da casa vostra ci
sono splendidi soggetti da
fotografare, quindi cerchiamo di
valorizzare la "natura di casa
nostra" e proviamo ad essere un pò
più naturalisti e un pò meno
fotografi e se qualche volta c'è
poca luce o siamo troppo lontani o i
nostri amici animali non si fanno
vedere, avremo comunque passato
qualche ora di silenzio immersi
nella natura e lontani da traffico,
rumore e smog.
Buona
luce a tutti!