
Foto e testo di Andreas Bossi©
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La Ghiandaia (Garrulus glandarius), deve il suo nome scientifico a Linneo che l'ha chiamata "Glandarius ghiandaia Corvus" (Corvus in latino significa corvo), mentre la parola latina glandarius è da glandis = ghianda. Più tardi, il nome del genere Corvus è stato cambiato in Garrulus per distinguerla dal resto della famiglia dei corvidi. Il nome garrulus deriva dal suono che emette simile a un balbettio o chiacchiera.
Questo uccello
è uno dei membri più colorati
della-famiglia dei corvidi dalla
quale ha ereditato molte
caratteristiche che raggiungono
delle autentiche specializzazioni
nel canto e nell’astuzia quando
caccia o si difende.Il suo
nome, Ghiandaia glandarius, deriva
proprio dalla sua abitudine di
conservare, sotterrando o
nascondendo nelle cavità di vecchi
tronchi, le ghiande che serviranno
come alimento nei mesi più freddi.
Questa abitudine dimostra la
sua intelligenza ma anche
un’eccezionale memoria riuscendo a
scovare le ghiande nascoste a
distanza di tempo anche quando al di
sopra c’è una coltre di 40 cm di
neve. Da noi è molto comune
e il suo
areale di distribuzione è molto
ampio
che va dal settore alpino,
ove nidifica fino ai 1.800 metri di
quota, a tutto il
resto d’Italia.
È presente in gran parte del continente europeo, Asia, Giappone e Nord Africa, fatta eccezione per i climi eccessivamente rigidi e per le aree poste oltre il limite della vegetazione arborea. In Italia, isole comprese, è sedentaria.
Uccello
schivo e timido, evita l’uomo,
probabilmente perché per molto tempo
è stata perseguitata, e raramente si
fa osservare per lungo tempo. Il suo
piumaggio appariscente e il suo volo
rendono la sua identificazione
semplice anche a grande distanza. La
livrea si presenta nelle tonalità
bruno-rosato, le penne delle ali
sono blu chiare e contornate di nero.
Sul capo ha una cresta erettile,
spesso sollevata durante la
comunicazione, di colore bianco (anche
di un colore crema leggermente
rossastro) con macchie nere. Dotata
di un becco più corto della testa,
piuttosto grosso e leggermente
uncinato all'apice, dalle cui
estremità si estende verso il basso
una sorta di baffo nero. Da vicino è
evidente l’iride di un bel colore
azzurro brillante. Il suo dorso
completamente bianco diventa
visibile particolarmente in volo. A
differenza di altri corvidi, la
ghiandaia eurasiatica ha due soli
fasi di muta del piumaggio:
giovanile e adulta. Altri corvidi
possono invecchiare con più d'una
muta, mentre l'invecchiamento è più
difficile nella ghiandaia
eurasiatica. Essa muta il suo
piumaggio giovanile entro l'autunno
del primo anno, quindi tutti gli
uccelli osservati in autunno
sembrano adulti. I sessi non sono
distinguibili.
Si conoscono
solo 3 specie dove quella
Eurasiatica presenta più varietà. La
Ghiandaia Eurasiatica
è in possesso di una serie di
richiami specifici. Uno di questi,
la "nota di appello," è usata dagli
uccelli di tutte le età quando
vogliono qualcosa. Nei giovani
uccelli, la chiamata è diretta ai
genitori come una richiesta di cibo,
ma gli adulti sono stati sentiti
pronunciare le stesse note, mentre
cacciavano per conto proprio, come
se parlassero a se stessi. Usano
richiami d'allarme per segnalare la
presenza di predatori, è un urlo
forte emesso una o due volte. Hanno
anche vocalizzazioni per esprimere
la rabbia, allegria, affetto, e una
miriade di altre emozioni,
intenzioni, osservazioni.
Il
suo canto è un chiacchiericcio
sommesso mentre il suo richiamo
frequente è uno stridio gracido. La
caratteristica più affascinante è
una notevole capacità imitativa
riuscendo ad imitare le voci degli
uccelli canori, il verso della
poiana o di altri animali predatori
come il miagolare d'un gatto ed
imitare altri rumori anche metallici.
Si è potuto inoltre constatare che
se pazientemente istruita, riesce a
imitare la voce umana pronunciando
nomi e anche piccole frasi.
Personalmente ho potuto sentire come
imitava il verso del mio gatto,
della gallina ed anche il rumore di
metalli percossi. Posso assicurare
erano imitazioni perfette.
Abbiamo
detto che predilige le zone boschive
dominate da specie del genere
Quercus: Rovere, Farnia, Leccio,
Roverella, ecc. sia per la sua dieta
come per rifugio da uccelli rapaci
che facilmente riescono a catturarla
se si avventura in zone aperte.
Infatti il suo è un volo molto
lineare, facilmente intuitivo e poco
acrobatico. Nel sottobosco è assai
più agile e irrequieta. Per
difendersi o scapare dal pericolo
utilizza una varietà di richiami
d'allarme dai predatori, a seconda
della specie e dalle circostanze.
Quando vedono un falco volare sopra,
si immobilizzano lo guardano volare
emettendo un gemito di allarme. Il
Mobbing è un meccanismo di difesa
comune, e lo usano contro quasi
tutte le specie di predatori. A
volte una ghiandaia minacciata
emette il richiamo degli uccelli più
aggressivi, come allocchi ( Strix
aluco ), forse nel tentativo di
spaventare l'aggressore. Un altro
uso del mimetismo di difesa da
predazione è quando vola
nascondendosi dalla vista di un
uccello rapace per poi richiamarlo
con il verso di una sua preda. Sono
state osservate volare via dal nido
in presenza di una cornacchia nera (
Corvus corone, un predatore di nido)
e imitare proprio il verso di una
gallina.
La ghiandaia è
onnivora e, anche se ha una vera e
propria passione per le ghiande,
occorre precisare che essa è
estremamente adattabile ed
opportunista non disdegnando anche
semi, castagne, noci, bacche, grandi
insetti, invertebrati, preda pure le
nidiate (uova o pulcini sono
ingoiati voracemente) e, a quanto
pare, anche rettili. Come scorta
invernale raccoglie soprattutto
ghiande e castagne nascondendo le
sue provviste nel suolo del
sottobosco e nella corteccia degli
alberi come nei vecchi ceppi. Grazie
a questa dote è in grado di mangiare
il suo cibo preferito per tutto
l'anno. Questo suo comportamento di
dispersione delle ghiande di quercia
assume un ruolo basilare per
l'ecosistema. La maggior parte delle
ghiande che prende vengono mangiate
nella primavera successiva ma alcune
vengono dimenticate svolgendo così
una funzione di semina a favore
della pianta. Di preferenza
raccogliere e seppellisce ghiande
vitali su querce sterili, morte o
danneggiate, il che la rende
un'ottima agente di dispersione.
Probabilmente le piante di quercia
non si sarebbero diffuse così
ampiamente attraverso l'Europa senza
la ghiandaia in quanto le ghiande,
da sole, non possono rotolare
lontano dall’albero. Le ghiandaie ne
trasportano a centinaia dai boschi
alle campagne, sui bordi di spazi
liberi, dove è più facile
memorizzare il nascondiglio. In
questo caso, per le ghiande, questi
sono i posti ideali per ottenere la
giusta quantità di luce per la
germinazione.
Le Querce, tra cui
Quercus robur e Quercus Petrea ,
sono specie chiave nel loro habitat,
offrendo casa e cibo per molte
specie di animali, piante, funghi e
licheni. Circa l'80% di tutti gli
insetti presenti nella Lista Rossa
IUCN hanno bisogno di querce come
parte del loro ciclo di vita.
Con il suo
comportamento, la Ghiandaia
eurasiatica, svolge molte funzioni
che vanno a beneficio degli
ecosistemi in cui vive. Il suo
richiamo di allarme allerta anche
altre specie tra cui gli scoiattoli
rossi ( Sciurus vulgaris ).
Consumano carogne eliminando le
fonti potenziali di malattie.
La ghiandaia è
una specie monogama per tutta la sua
vita. Nel rituale del corteggiamento
il maschio offre del cibo alla
femmina e, se lei si comporta in
modo troppo nervoso per accettare,
può provare ad avvicinarsi da sotto
in quanto questo è visto come un
modo meno minaccioso. Si chiamano
con versi affettuosi iniziando un
rito nel quale si passano il cibo
l’un l’altro fino a quando uno lo
mangia. Questo rituale sembra
rafforzare il loro legame. Più tardi,
quando la femmina sarà occupata nel
nido, il maschio continuerà a
fornirle il cibo. Le coppie si
formano in primavera e si accingono
insieme alla costruzione del nido,
fatto tra i rami o, raramente,
utilizzando un buco su un albero mai
troppo in alto. L'interno del nido
viene rivestito con foglie, erba,
peli e raramente con piume. Vengono
deposte, tra aprile e maggio, da 5 a
6 uova bianco-giallognole o
verde-biancastre macchiate di bruno
che sono incubate da entrambi i
genitori per 2-3 settimane. I
piccoli rimangono nel nido altre 3-4
settimane ma restano dipendenti dei
loro genitori che continuano a
svezzarli fino a circa 40 giorni di
età. Diventano indipendenti a due
mesi anche se continuano a “rubare”
il cibo dai loro genitori per ancora
alcuni giorni. Questi raggiungono
l'età fertile a 2 anni.
LA FOTO
Questa immagine, è stata ripresa in un momento molto fortunato. Un breve temporale aveva bagnato il manto erboso e la ghiandaia si era gettata a capofitto per catturare la giovane serpe. Il piumaggio, parzialmente bagnato, non è certo uno spettacolo a vedersi ma la scena era stata davvero di grande emozione. Tutto mi aspettavo ma non un giovane serpente che si divincolava con grande energia ma ... inutilmente. Dopo pochi istanti dalla cattura la ghiandaia si è involata posandosi su un albero dove ha incominciato, prima, a beccare la testa e poi il corpo del serpente fino a lacerarlo. Dopo quasi un minuto di lotta ha incominciato a sbatterlo contro il tronco dell'albero e poi ne ha strappato un pezzo per circa un quarto della sua lunghezza. Ha ingoiato la parte con la testa e poi si è involata verso un altro albero dove ha continuato il macabro rito e ha mangiato tutto il serpente oramai diviso in 3 pezzi. Il tutto è durato non più di 15 minuti dove la mia pazienza è stata messa a dura prova per il continuo agitare della scena e per la poca luce del tramonto. A lungo ho sperato, prima, per il povero serpente (forse un giovane di Còlubro di Esculapio (Zamenis longissimus) o Saettone) e poi, egoisticamente, che le immagini fossero leggibili. La grande dote della Nikon D7100 è stata determinante sia nella velocità di scatto che nella "qualtà" finale che, grazie al suo sensore, ha reso tutta la sequenza leggibile e ... presentabile!
Particolare della
cattura. |
In questa immagine, meno
bella, si può notare la
dimensione del serpente
che era già stato smembrato e mangiato per un quarto delle sue dimensioni. |
Spero Vi piaccia e vi abbia interessato.
Un saluto.
Grazie a tutti