
Foto e testi di Falco Igino ©
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Cenni storici
Egli fu Re di Kos* e marito della ninfa Etemia. Ma quando questa morì precipitando da una rupe, Merops si uccise a sua volta. La dea Era, commossa da tanto amore, trasformò il corpo dello sfortunato Re nella costellazione dell’aquila.
*[Kos o Coo, è un’isoletta del Dodecanneso che assieme a Kefalos (dal Greco, testa), vista dall’alto, ha forma che ricorda vagamente un agnello; Kefalos ne è appunto la testa. Coo, è famosa per aver dato i natali ad Ippocrate il padre della medicina |
LINNEO, diede alla famiglia dei
Gruccioni il nome di Merops.
(LA) « Nomina si nescis, perit et
cognitio rerum. » (IT) « Se non
conosci il nome, muore anche la
conoscenza delle cose. »
Carl
Nilsson Linnaeus Carl Nilsson
Linnaeus, divenuto Carl von Linné in
seguito all'acquisizione di un
titolo nobiliare e noto ai più
semplicemente come Linneo (dalla
forma latinizzata del nome Carolus
Linnaeus) (Råshult, 23 maggio 1707 –
Uppsala, 10 gennaio 1778), è stato
un medico e naturalista svedese,
considerato il padre della moderna
classificazione scientifica degli
organismi viventi.
La lettera L.,
posta spesso a seguire delle
indicazioni di nomenclatura
binomiale nei cataloghi di specie,
identifica il cognome dello
scienziato.
Presentazione:
Appartenente all’Ordine dei
Coraciformi, Famiglia Meropidi,
questo splendido volatile è molto
interessante dal punto di vista
della tipicità, ed è forse il più
vistoso e colorato dei Coraciformi.
Colorazione marrone-rossiccio su
dorso ed ali, gola gialla, ventre
verde ed azzurro, mascherina nera
caratterizzano il piumaggio del
Gruccione; la parte frontale del
capo è chiara tendente al bianco
mentre il becco è scuro con base
all’attaccatura più chiara, l’iride
è rossa.
Nella nostra Penisola
il Gruccione, è presente in una sola
specie: il Merops apiaster (Linneo)
1758.
La famiglia dei Meropidi
consta di circa 25 specie
distribuite oltre che in Europa,
anche in Africa, Asia e persino in
Oceania.
Abilissimo cacciatore,
questo insettivoro cattura in volo
insetti come Imenotteri ed Odonati
come le velocissime libellule
dimostrando un’abilità nel volo
comune a pochissime specie di
uccelli. In Italia arriva verso fine
Aprile dopo il lungo soggiorno nei
luoghi di svernamento Africani, e
durante il periodo di permanenza, fa
strage di insetti anche velenosi
come Api, Vespe e Bombi ai quali
riesce ad estrarre il pungiglione
con una tecnica molto particolare:
una volta catturata la preda, sfrega
su un’asperità l’addome della
vittima eliminandone la parte
pericolosa.
La nostra “saetta
multicolore”, nidifica in gallerie a
volte molto lunghe scavate nel
terreno: sono state trovate tane di
Gruccioni scavate anche per quasi
due metri. Ma come può l’animale
sopportare la rarefazione d’ossigeno
a tale profondità e l’accumulo di
sostanze nocive (come l’anidride
carbonica e i vapori di ammoniaca)
dovute alla fermentazione degli
escrementi e dei residui di cibo in
putrefazione?
I Gruccioni, hanno
sviluppato un alto livello di
sopportazione di tali sostanze, e
grazie alla emoglobina particolare,
questi uccelli come detto, tollerano
quantità tali di anidridi che
sarebbero letali per qualsiasi altro
animale.
Una volta formatasi la
coppia, il maschio offre delle prede
alla femmina inducendola
all’accoppiamento. I gruccioni
depongono di norma dalle quattro
alle otto uova di colore bianco che
vengono covate per circa venti
giorni sia dal maschio che dalla
femmina. Dopo la schiusa inizia un
"via vai" continuo di entrambi i
genitori per trasportare gli insetti
e imboccare la prole.
I piccoli
alla nascita sono completamente nudi
e ciechi, vengono alimentati nel
nido per circa un mese e mano a mano
che crescono vanno a ricevere il
cibo all'ingresso del cunicolo: in
questo modo l'uccellino più attivo
verrà alimentato maggiormente e
volerà via per primo, e così in
pochi giorni, uno alla volta anche
gli altri. Terminato lo svezzamento
voleranno tutti insieme nei nostri
cieli ancora per un altro mese,
mangiando il più possibile prima di
intraprendere il lungo viaggio di
ritorno.
Dopo l’involo, il loro
piumaggio sarà pressoché simile a
quello degli adulti; la sola
differenza sarà nella lunghezza
delle penne remiganti primarie e
nella lunga coda.
Habitat:
Abita in
ambienti aperti con vegetazione
spontanea e cespugliosa con alberi
sparsi e pali della luce, presso
corsi fluviali, boschi con radure,
oliveti. In Italia nidifica in
Pianura Padana lungo i fiumi, nelle
cave di sabbia e nella zona costiera
dell'Italia peninsulare.
Solitamente si dice che abbia paura
degli uomini, tendendo quindi ad
evitarli. Ha un volo ondulato con
rapidi battiti d'ala, intervallati
da tratti ad ali chiuse; compie
belle evoluzioni o veleggia
elegantemente con volo planato
durante la caccia. Solitamente
gregario, si posa sui rami o sui
fili.
Voce:
Il
trillo è tipico: nasale, liquido,
udibile a distanza: “criich-criich-criich”
o “priich-priich“ o “criichuich“ o “prruich“
ripetuto continuamente. Il suono
singolo indica normalmente la
posizione e l'assenza di pericolo,
il suono ripetuto viene usato come
allarme.
Dimensioni:
Lunghezza: 25/30 centimetri Peso:
45/60 grammi Ap. alare: 40 cm. Circa
(la femmina è di minori dimensioni)
Becco: 35 millimetri Tarso: 1,3
millimetri Coda: 14 centimetri
Il mio
approccio con i gruccioni
comincia tre anni fa.
Era aprile-maggio, quando,
con il gruppo ecologico del
paese ci rechiamo
all’interno di una azienda
che costruisce membrane
bituminose.
SI parlava di inquinamento
procurato dalla stessa
ubicata praticamente a
ridosso delle case.
Il
titolare per dimostrare la
salubrità dell’azienda,
oltre alle analisi tecniche,
ci parlò di un insediamento
in un terrapieno di una
colonia di “strani uccelli
coloratissimi”. Al termine
della riunione ha voluto
farci vedere quegli strani
uccelli.
Su una
collinetta di terra, alta
circa quattro metri, si
vedeva una serie di fori nel
terreno e tutt’intorno uno
svolazzare di uccelli
coloratissimi, erano i
gruccioni, io li vedevo
per la prima volta.
Ottenuto il permesso dal
titolare dell’azienda ad
entrare, eccomi passare ore
ad osservare i voli, le
evoluzioni in volo con i
colori che cambiavano
continuamente a seconda di
come erano raggiunti dai
raggi del sole, la cattura
della preda ( la collina era
a ridosso di coltivazioni di
meloni con presenza di api
di cui vanno ghiotti) il
ritorno per imbeccare la
femmina o per nutrire i
piccoli.
Cercare di immortalarli è
stato il mio primo pensiero,
con la reflex e con il 300mm
dovevo avvicinarmi troppo
creando un notevole disturbo,
da circa un anno però stavo
provando una nuova
disciplina fotografica il
digiscoping, e proprio a
febbraio mi ero fatto il
regalo del fantastico Kowa e
allora ... via con le foto.
Quest’anno
i gruccioni non sono tornati
a nidificare nella
collinetta (lo scorso anno
la terra è stata in parte
rimossa durante la
nidificazione e credo sia
quella la causa), ed io e i
miei paesani siamo rimasti
senza gruccioni. E’ rimasta,
però, la mia voglia di
fotografarli (adesso grazie
agli aiuti di
Digiscopingitalia e degli
amici che ne fanno parte ho
affinato le mie conoscenze e
la mia tecnica del
digiscoping). Per fortuna il
mese scorso gli amici di “VeronaBirdwatching”
segnalano la presenza di una
colonia di gruccioni a 15
chilometri da casa mia.
Il nuovo sito, anche qui dei
terrapieni che prima o poi
saranno rimossi, mi permette
di fotografare dalla
macchina ben mimetizzato e
osservarli lungamente nelle
loro attività.
Il giorno di questo scatto
il tempo era nuvoloso con
vento, ma credo che proprio
questo li portava a sostare
nei posatoi e dedicarsi alla
pulizia del piumaggio o a
stiracchiarsi per lungo
tempo. Tuttavia la ripresa
non è stata semplice come
sembrerebbe, perché il
posatoio, molto leggero, era
continuamente mosso.
Bisognava aspettare il
momento di una posa felice
in assenza di vento…la
fortuna mi ha assistito.
Ho cercato di raccontare la
storia di uno scatto e di un
uccello bellissimo che passa
alcuni mesi in Italia, ma
dietro a tutto questo c’è la
tecnica del Digiscoping e la
sua Filosofia.
La filosofia del digiscoping,
per me, è vivere in mezzo
alla natura, nel silenzio,
nell’ attesa, con pazienza,
osservando, nello stupore e
alla fine rinunciando se si
reca danno o disturbo.
Vi
ringrazio, Andreas e amici,
per la grande passione che
mi avete trasmesso.
NOMI DIALETTALI | |
REGIONE | NOME DIALETTALE |
Toscana | Barbiglione |
Liguria | Macaferro |
A S. Margherita Ligure si trova il Bosco di Macaferro così chiamato per la presenza in aprile di stormi di gruccioni. | |
Campania | nel Cilento: Apaiule proprio perché si cibano per la maggior parte di api. |
Veneto | In dialetto Veronese : Squarquazo, Vespièr, Merope, Squarquassò, Brespiér, Usèl bel Vérde (raramente) |
altri termini Italiani | Picciaferro, Grucciuolo, Mangiapi, Mangiavespe, , Griccione |
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Nota
dell'editore:
- In un filmato documentario
spagnolo realizzato dal "grandissimo"
Felix
Rodriguez de la Fuente
(uno dei più grandi
documentaristi europei scomparso
nel 1980 ma ... per noi ... mai
"morto") si notano alcuni
comportamenti che possono essere
di compendio al già chiaro ed
esauriente testo di Igino.
Furono sistemate delle micro
telecamere alla fine del nido e
si è potuto notare che con i
piccoli gruccioni convivevano un
grande numero di insetti che
servivano da "pulitori". Essi
venivano tollerati dai piccoli
come daI genitori. Un altro
comportamento interessantissimo
era il turno regolare
dell'imbeccata che veniva "celebrato"
con un rito scenico molto chiaro
e ripetitivo. Mentre il soggetto
era pronto per l'imbeccata tutti
gli altri assumevano una posa
che li vedeva rivolti verso il
fondo del tunnel senza nesuna
forma di competizione o
tentativo di furto. Appena
ricevuto il cibo esso stesso si
rigirava e concedeva la
posizione per l'imbeccata ad un
altro fratello. Tutto questo ad
un regolare turno.
Chiunque
abbia la possibilità di accedere
ai meravigliosi filmati che,
forse il più grande divulgatore
e ambientalista spagnolo ed
europeo, realizzava per il
programma El
Hombre y la Tierra
(qualcuno di noi vecchietti se
lo ricorderà perché trasmesso
anche dalla RAI negli anni 70)
li scarichi o se li guardi sia
per il grande contributo
scientifico naturalista che per
quello squisitamente fotografico.
La cosa interessantissima era
tutta la parte, quasi sempre
presente, della spiegazione di
come erano stati realizzati i
filmati. I "Quaderni di campo"
sono, oltre che interessanti per
il testo, affascinanti per i
dettagliati disegni ed
acquerelli.