
Foto e testi di Claudio Montuori ©
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SUCCIACAPRE
Il Succiacapre,
Caprimulgus europaeus,
è un uccello suddiviso i 6
sottospecie, delle quali, solo 2
sono presenti in Europa, con il
Caprimulgus ruficollis.
Uccello
migratore, proveniente dall’Africa
nord occidentale, e zone
subtropicali dell’Asia, è presente
in Europa nel periodo maggio/ottobre.
Dall’aspetto lungo, con testa grande,
piatta e corta, dotato di un becco
molto largo e cortissimo, circondato
da peluria, filo piume che servono
alla cattura degli insetti in volo,
che si distaccano
dalla base del
becco. Nonostante le ridotte
dimensioni del becco, l’apertura
della bocca, appare enorme e
sproporzionata, ma perfettamente
compatibile al tipo di caccia che
adotta per alimentarsi.
Le zampine corte, appaiono
praticamente invisibili, ad un
osservazione quando posato.
Il
colore del piumaggio, grigio scuro,
con striature e chiazze più chiare.
Le ali sono particolarmente lunghe e
strette, nella parte inferiore e
sulla coda, è presente una striatura
di colore bianco, assente nei
soggetti di sesso femminile.
Osservato
in volo, appare di grosse
dimensioni, richiamando l’aspetto di
un falco.
Di difficile osservazione,
anche perché tendenzialmente in
declino, è possibile accertarne la
presenza, dal particolare e
prolungato
canto, che a volte può
prolungarsi per ore, nei terreni di
cova.
La distribuzione comprende
tutta Europa, con l’esclusione di
Islanda e Scozia, e Scandinavia del
nord. Resta comunque abbastanza raro
nella zona centrale europea, con
diffusione a macchia di leopardo.
Gli habitat che predilige,
sono piuttosto vari, ma sempre
contraddistinti da ambienti aperti e
asciutti, dal clima temperato, e con
presenza di insetti volanti notturni.
Brughiere e praterie asciutte,
piccoli boschi soggetti a
disboscamento, greti asciutti nei
grandi alvei dei fiumi, zone
sabbiose e rocciose della macchia
mediterranea.
Nelle zone asiatiche, è
regolarmente accertata la presenza
anche ad altezze superiori ai 3000
mt.
Di abitudini crepuscolari, è
particolarmente attivo al tramonto,
ma continua la caccia anche di notte.
Durante il giorno, rimane posato sul
terreno, in piccoli avvallamenti,
confidando nell’eccezionale
mimetismo del suo piumaggio.
Difficile individuarlo a terra,
soprattutto in presenza di foglie
secche con le quali si confonde alla
perfezione, rimane immobile contando
su questo mimetismo, fino all’ultimo
momento, e non è raro vederlo
involare, da sotto i piedi.
Quando posato su vegetazione, ha la
particolarità di posarsi sui rami in
lunghezza, e non trasversalmente,
come la maggior parte dei volatili.
Il nutrimento è costituito
integralmente da insetti volanti,
con predilezione per le prede più
grandi e dalla pelle leggera, tipo
le Falene. Molto raramente caccia da
fermo, e sono state osservati
comportamenti in volo, tipo “spirito
santo”.
Normalmente depone una volta
sola all’anno, deponendo 2 uova, sul
terreno in leggeri avvallamenti
solitamente protetti da bassi
arbusti e vegetazione.
La cova è seguita esclusivamente
dalla femmina, per una durata di 18
giorni circa. Dopo la nascita, i
pulli vengono seguiti e nutriti da
uno dei genitori, per una 20na di
giorni, dopo i quali, i giovani
diventano indipendenti, lasciando il
nido, senza però allontanasi
particolarmente dal territorio degli
adulti.
Come già detto, la
popolazione è in costante declino,
principalmente a causa dell’uso
sempre più diffuso di pesticidi, che
fanno diminuire la presenza di
insetti e dalla continua
antropizzazione del territorio.
Particolarmente affascinante
è il comportamento del maschio nei
periodi di corteggiamento, che vola
sopra la femmina, con volo “sfarfallante”
e facendo battere la punta delle ali
tra loro, ricreando un suono tipico,
denominato “applauso”
Simpatica l’origine del nome in
Italia e, per esempio in Germania,
che si rifà alla tradizione popolare,
per la quale si riteneva che
l’uccello, succhiasse il latte dalle
mammelle degli ovini, in quanto
venivano osservati in volo o a
terra, al passaggio dei greggi,
causando la perdita del latte, e a
volte la cecità ai poveri ovini.
Naturalmente la presenza era dovuta,
agli insetti presenti per lo sterco
degli ovini, e ad altri parassiti
che colpivano gli stessi.
Queste sue abitudini, il suo canto
decisamente particolare, la presenza
notturna, gli hanno conferito in
passato, un aurea di animale
maledetto, uno spirito in forma di
animale, che aveva il compito di
prelevare le anime dei moribondi, e
trasportarle nell’aldilà.
Questa foto del Succiacapre, è il risultato finale di un esperienza cominciata all’inizio dell’anno con la fotografia notturna. Mi sono avvicinato a questa tecnica, accompagnando nelle uscite notturne un amico che fotografa con la tecnica tradizionale, andando alla ricerca di gufi e barbagianni.
Dopo alcune prove infruttuose utilizzando due flash esterni dell’amico, non comandati dalla mia fotocamera, ho cominciato a chiedermi se fosse stato possibile ricreare un funzionamento delle apparecchiature simile al uso della reflex con tele.
La ricerca e la risposta è stata abbastanza semplice, trovando la soluzione di applicare una trasmittente alla mia compatta, e collegare due flash esterni a due riceventi.
A parte il problema che piazzare due cavalletti con flash e la nostra attrezzatura a giusta distanza dal soggetto, comporta delle operazioni un poco laboriose, con conseguente perdita di tempo, se la nostra preda, non decide di spostarsi, l’efficacia e la qualità che si ottengono, lasciano al primo approccio, sbalorditi.
Non vi dico la mia gioia e la mia meraviglia, nel costatare che mi si spalancava l’opportunità di riprendere i notturni nel loro ambiente naturale, eventualità difficilissima durante le ore del giorno.
E’ stato naturale quindi che si scatenasse in me, il desiderio di riprendere Barbagianni, Assiolo, Succiacapre e altro, facilitato da questa tecnica.
Lo scotto da pagare naturalmente, sono ore ed ore di sonno perdute, ma la soddisfazione di riuscire poi nell’obbiettivo, è stata sempre impagabile.
Nonostante il Succiacapre se individuato posato, sia un soggetto decisamente facile, la sua ricerca, è stata probabilmente la più lunga e complicata. In tante uscite, solo per due volte ho avuto la fortuna di trovarne uno fotografabile. Tenete presente che ritrovare un soggetto in un ambientazione troppo stretta, con la nostra tecnica, la foto non è possibile, per noi è sempre necessaria una distanza ed una visuale del soggetto, che spesso non è inferiore ai 10 mt.
Se questo si verifica, allora il Succiacapre, è un vero modello, se non disturbato e a riposo, non si scompone minimamente, lasciandoti tutto il tempo necessario per qualche scatto.
Qualcuno mi racconta che a volte si lascia avvicinare talmente, che sarebbe quasi possibile toccarlo, io non ho avuto questa esperienza, e del resto sarebbe inutile.
A cominciare dai prossimi mesi freddi, forte di un poco di esperienza, ricomincia la possibilità di misurarsi nuovamente con queste meraviglie, e la magia che si respira vagando nella notte.
Spero di avere la fortuna di potervi regalare qualche altra bella emozione, e soprattutto di poterla vivere personalmente.
NOMI DIALETTALI | |
REGIONE | NOME DIALETTALE |
Campania | Chiovàro |
Emilia Romagna |
Calcabòt, Boccalone |
Friuli | Bucàs, Bocjàs |
Lazio | Fantabbia |
Marche | Bocabatle, Covatèra, Calcabòt |
Sardegna | Cuddaru |
Toscana | Nottola, Fialoppo |
Veneto | Latacavre, Tetevache, Tetavache, Succhiacapre, Boccalone, Bocaincao, Bocassa, Calcabotto, Corospo |
CURIOSI | |
Val Bormida (SV) | Shcuarta baggi (squarta rospi) |
Germania | Hexe 'strega' (Prussia orientale),. Hexenführer 'guida delle streghe' o Kindermelker 'succhiatore di bambini'. |
Il piumaggio dell'ala |
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Contributi: - Filmati da http://www.arkive.org/
Audio da http://focuswild.com
Piume da http://focuswild.com
Nota dell'editore : Nel cercare materiale per l'articolo di Claudio mi sono imbattuto (in rete) in una sequenza impressionante di errori e imprecisazioni dovute, immagino, alla poca conoscenza del succiacapre e alla credenza popolare. I casi più eclatanti sono: ....
. un RAPACE notturno ... . e .... una "specie di PIPISTRELLO" ... (Mammifero!!??)