
CESENA-TURDUS PILARIS
Turdus pilaris (Linnaeus
1758)
La Cesena ha dimensioni medio-piccole,
forme piuttosto slanciate, becco robusto,
coda di media lunghezza e quadrata,
tarsi lunghi. Il piumaggio in entrambi i
sessi è molto variabile nelle tonalità
ma piuttosto costante nel disegno: testa,
nuca e groppone di colore grigio ardesia,
dorso bruno-castano, coda
castano-nerastra, gola e petto fulvo
rugginoso striato di nero, ventre bianco,
becco giallastro con apice nero, zampe
brune. In volo, vista da sotto, è
riconoscibile per il petto
fulvo-gialliccio, le copritrici
inferiori delle ali bianche e la coda
nera. Oltre che per i colori del
piumaggio, si distingue dal Tordo
bottaccio e dal Tordo sassello per le
dimensioni decisamente superiori.
Lunghezza cm 25-28, peso gr 80-145
Habitat e distribuzione
Frequenta
boschi, parchi, frutteti in prossimità
di praterie e pianure coltivate. Specie
migratrice distribuita come nidificante
in Europa nord-orientale ed Asia
settentrionale. I quartieri di
svernamento comprendono gran parte
dell’Europa meridionale e, in misura
minore, il Nord Africa; popolazioni più
orientali svernano anche in Asia minore
e Palestina. In Italia è di passo da
fine ottobre a metà dicembre e in
febbraio-marzo, è svernante. Piccole
colonie sono nidificanti nelle località
montane e pedemontane delle regioni
settentrionali.
Abitudini
- Di indole poco diffidente e rumorosa
durante la stagione riproduttiva, appare
più timorosa e cauta in autunno e
inverno. Conduce vita gregaria in
branchi anche numerosissimi, spesso
insieme al Tordo sassello. Possiede un
volo alto e leggermente ondulato; sul
terreno cammina con portamento eretto e
saltella con eleganza.
Alimentazione
- Si ciba sia di sostanze vegetali (bacche,
frutta, semi, granaglie), sia di
invertebrati (insetti, lombrichi,
molluschi, ragni, ecc.).
Riproduzione
- La stagione riproduttiva è compresa
tra aprile e luglio. La nidificazione
avviene in colonie costituite da piccoli
nuclei di 10-20 coppie sugli alberi ed
eccezionalmente sul terreno. Appena i
maschi si sono insediati nei quartieri
di nidificazione iniziano un'intensa
attività, costituita da inseguimenti,
combattimenti e corteggiamenti. Durante
la parata nuziale il maschio saltella
attorno alla compagna immobile, tenendo
il corpo orizzontale, le ali semiaperte,
la coda spiegata e abbassata. Il nido, a
forma di coppa, è costruito con erba,
muschio, fuscelli e fango ed in esso la
femmina depone 5-6 uova, che cova per
13-14 giorni. I nidiacei sono accuditi
da entrambi i genitori e abbandonano il
nido all'età di circa due settimane.
Depone in genere due volte all'anno.
Riconoscimento dell’età e del sesso.
L'età
della Cesena durante l'autunno/inverno è
determinabile solamente avendo la
possibilità materiale di analizzare il
piumaggio delle ali dell'animale, quindi
ad esempio, con le catture effettuate a
scopo scientifico.
Avendo questa specie solamente una muta
completa delle penne negli adulti (post-riproduttiva)
e una muta parziale nei giovani
dell'anno, si riesce a determinare l'età
del soggetto dicendo se esso è adulto (senza
definire il numero di anni di età)
oppure giovane (cioè nato durante
l'ultima stagione riproduttiva). Questa
distinzione viene fatta solo dopo aver
analizzato i limiti di muta corporea
degli animali, andando a ricercare i
contrasti nelle ali, tra le penne nuove
e quelle vecchie trattenute. Infatti, un
esemplare con piumaggio uniforme, sarà
catalogato come adulto, mentre uno con
piumaggio che presenta dei contrasti e
che quindi ha trattenuto delle penne di
generazione antecedente, viene definito
giovane.
Questa determinazione dell'età è
essenziale per capire il successo
riproduttivo della specie nell'ultimo
anno e per monitorare la percentuale di
giovani ed adulti di una popolazione.
Il sesso della Cesena invece è
determinabile, nella quasi totalità
degli esemplari, da un'attenta
osservazione del piumaggio con la
manipolazione dell'animale. In alcuni
casi anche un'approfondita osservazione
a distanza, permette di distinguere i
maschi adulti, fortemente colorati,
dalle femmine e dai giovani dell'anno
che presentano una colorazione del
piumaggio meno marcata e più uniforme.
Una strana strategia di difesa
La
cesena nei dintorni delle colonie di
riproduzione manifesta una notevole
aggressività verso potenziali nemici,
come scoiattoli, Corvidi e rapaci diurni
o notturni che vengono attaccati anche
in volo. Durante il periodo di
nidificazione è quindi facile osservare
attacchi aerei nei confronti di
predatori alati. Il tordo colpisce i
nemici con spruzzi di escrementi
impregnando a tal punto il loro
piumaggio da costringere gli sfortunati
predatori al suolo, da dove spesso non
sono più in grado di riprendere il volo.
In tali condizioni sono stati trovati il
Gheppio, alcuni Corvidi, la Poiana e
addirittura l’Astore.
In alcuni casi gli individui attaccati,
completamente ricoperti di escrementi
appiccicosi, sono destinati a morire.
Probabilmente essi, dopo essere stati
spruzzati dai primi getti di feci,
tentano di ripulirsi ma ciò peggiora la
situazione perchè i liquido fecale si
espande maggiormente. Ponendo una sagoma
di rapace dietro una finestra, la Cesena
riesce ugualmente ad attaccarla
spruzzando il vetro di escrementi (Bezzel
1983).
Lessinia, montagna veronese
Comunemente
con Lessinia s'intende la fascia
montuosa a nord di Verona
Più
correttamente si dovrebbe parlare di
montagna veronese, della quale la
Lessinia vera e propria costituisce il
nucleo centrale, caratterizzato da un
vasto altopiano molto articolato,
solcato da numerose valli a canyon (dette
vajo) e con dolci cime erbose che verso
nord, causa la grande faglia tettonica,
precipitano nella profonda valle di
Ronchi con temibili strutture rocciose.
(Anche in Lessinia si sta man mano
sviluppando un turismo legato alla
natura e in particolare all'osservazione
degli uccelli, grazie alla presenza di
numerose specie alpine come l'aquila
reale, il
codirossone o il
merlo acquaiolo. Recente è la
possibilità di vedere d'inverno una
specie in Italia poco frequente e poco
numerosa come lo
zigolo delle nevi che ha portato in
Lessinia numerosi fotografi
il sito principe dove osservare
questo passeriforme artico è Bocca di
Selva.
In Lessinia sono state osservate circa
150 specie dal 2006 al 2010, da quelle
più comuni, come i diversi turdidi,
fringillidi e cince, a quelli più
atipici per l'ambiente alpino come la
cicogna nera, il cavaliere d'Italia, il
cormorano, l'airone cenerino).
Questo è l’habitat dove spesso vado a
fare digiscoping
LA FOTO
Nelle mie escursioni in Lessinia mai mi
era capitato di vedere gruppi di cesene
40/50 individui posarsi sulle piante di
Sorbo degli uccellatori,
(E’
un alberello– talvolta più arbusto che
albero – che alla fine dell’estate
produce una gran quantità di piccoli
frutti rossi e lucidi, spesso preda del
becco di alcuni volatili, ghiottissimi
della loro polpa succosa. Per questo
motivo, gli uccellatori di un tempo
usavano catturare vivi i tordi,
attirandoli verso le reti dei roccoli
attorno ai quali erano stati messi a
dimora alcuni sorbi. Gli uccelli, a loro
volta, sono i più accaniti ‘coltivatori’
di sorbi, sia pure involontariamente,
dal momento che i tre minuscoli semi
rossastri contenuti nei pomi, essendo
indigeribili, vengono disseminati qua e
là dalle deiezioni degli animali.)
Queste piante
sono ai lati della strada frequentata in
questo periodo da pochissime macchine,
qualche trattore e ciclisti. Per non
suscitare la curiosità dei passanti ho
preferito non piantare un capanno
mobile, ma di utilizzare la macchina.
Quel
giorno già in mattinata ero sul posto
per avere diverse ore a disposizione. Il
bello però è cominciato nel pomeriggio
quando da un piccolo bosco di conifere
sono cominciati gli assalti alle succose
bacche del sorbo. Trovarmi a circa 15
metri di distanza con tanta ricchezza di
soggetti, ma con la paura che se ne
andassero disturbati dall’arrivo di
qualcuno
è stata un’emozione
indescrivibile, tanto che non riuscivo a
fare degli
scatti decenti.
Poi
effettivamente è passata una macchina
che li ha fatti ritornare nel boschetto
ma dopo pochi minuti di tranquillità
rieccoli arrivare sempre sulla stessa
pianta (tra l’altro una delle poche
rimaste con le bacche) e continuare per
tutto il pomeriggio con il loro andare e
venire tra bosco e pianta.
Ho fatto
innumerevoli scatti, ma sempre
riprendendo il singolo soggetto fino a
quando il sole, che cominciava
a scendere, ha illuminato la
pianta con una luce particolare
e lì direi per caso ho fatto la
scelta di fare due scatti( ma proprio 2)
con inquadratura più larga.
L’apprezzamento
per questa immagine mi insegna (grazie
ai vostri commenti) che conviene sempre
ricercare delle inquadrature più
ambientate che possono dare
soddisfazioni pari al primo piano.
Un saluto a
tutti