Test - Panasonic Lumix DMC-G3

 

 

Panasonic Italia è un distributore molto disponibile e attento o, più semplicemente, sicuro della qualità dei suoi prodotti?
  Questa è stata la domanda che ci siamo posti quando abbiamo avuto la conferma di poter testare, subito dopo la
DMC GF3, anche la Panasonic DMC-G3 e, successivamente, la DMC-GH2 che è la ammiraglia della folta ed agguerrita schiera di macchine prodotte da Pnasonic.

Panasonic Lumix DMC-G3 

Più ci addentriamo nell'analisi delle mirrorless e più ci convinciamo che la nostra evoluzione più naturale è in questo formato di macchine che, non solo sono il più semplice e naturale passaggio da una compatta a una macchina più evoluta ma rappresentano anche un valido contributo per chi da una reflex vuole passare a una macchina più leggera e maneggevole senza perdere in qualità e affidabilità. La DMC-G3 è un validissimo esempio di macchina che cerca proprio di soddisfare quest'ultima schiera di fotografi.

Il precedente test della Panasonic Lumix DMC-GF3 già ci aveva confermato il livello di qualità raggiunto dal formato 4/3 e la G3 ci pone nella posizione di poter valutare come possiamo raggiungere un risultato dovuto ad un elettronica un poco più raffinata ma soprattutto da un controllo molto più accurato e gestito da una grande quantità di funzioni.

confronto G3 con la Sony Alpha 77Purtroppo questo test è più una "prima valutazione" visto il poco tempo avuto a disposizione e la pochissima collaborazione del meteo che ci ha costretto per lunghi periodi all'inattività. Panasonic ci ha richiesto la macchina proprio quando tutto andava per il meglio. Nulla di preoccupante viste le caratteristiche di grande maneggevolezza e facile utilizzo della macchina con la quale abbiamo famigliarizzato molto rapidamente.

La DMC-G3, presentata nel maggio del 2011, vuole, anche nell'estetica, avvicinare un utente semi professionista che ha maggiore attenzione ai contenuti ed alla maneggevolezza. Ecco che le dimensioni e pesi sono maggiori ma non così tanto da escluderla dal gruppo delle "piccole". Infatti è più piccola della, ancora oggi, più piccola reflex a specchio in commercio, la Olympus E-420 ma ha un sensore più moderno, un Lcd di maggiore qualità e, cosa assai utile per noi, è mobile, ha anche la possibilità di registrare filmati anche in HD nel formato AVCHD ed ha una messa a fuoco molto più veloce. Tutto questo in 115 x 84 x 47 mm per un peso di soli 336 g.

   Per ogni riferimento all'uso "classico"  vi invitiamo a consultare la prova eseguita da Dpreview o Imaging Resurce,  noi, come sempre, cureremo solo gli aspetti che maggiormente possono interessare un digiscoper.

Tutta la serie G si è, fin dai primi modelli, molto ben ambientata nel mondo dei digiscoper dove ha raggiunto, nel concorso internazionale "Digiscoper of the Year 2011", il primo posto con l'immagine di Tara Tanaka che la usa gia dalla versione G1 abbinata al suo Kowa con il 25xLER.

Il Manuale in formato PDF

Le istruzioni d'uso

Questo altro link vi porta alla pagina del sito di Panasonic Italia dove possiamo comparare le vaie machine.  
Abbiamo pre-selezionato la G3, GF3 e la GH2

Panasonic G3 von lo Zoom, il 14mm e il 45mm

Come le sue 2 sorelle che la precedettero anche per questo modello alcune caratteristiche di base sono rispettate come il mirino elettronico integrato che si presenta con una buona definizione (1.440.000 punti), la copertura di quasi il 100% dell’immagine ed un ottima resa dei colori. Nel digiscoping la sua efficienza è ottima rendendoci molto facile il controllo della messa a fuoco e dell’ingrandimento dell’immagine (0,7 x). In genere preferiamo usare il LCD per questi controlli ma con questo mirino la resa è ottima e non stanca l’occhio permettendoci di risparmiare il consumo della batteria. Un utile funzione oramai diffusa su altre macchine qui è assente. Sarebbe stato molto utile avere lo spegnimento dell’LCD in automatico quando si avvicina l’occhio  al mirino elettronico così da risparmiare le batterie. I progettisti Panasonic hanno posto, sul  lato posteriore sinistro del corpo macchina, accanto al mirino elettronico che alloggia la slitta a contatti caldi e i due microfoni stereo (con filtro elettronico antivento), un piccolo interruttore a slitta che funge da interruttore per l’accensione o spegnimento dell’LCD. 

I movimenti dell'LCDL’uso dell’LCD da 3 pollici con una risoluzione di 460.000 punti per pollice  è assai pratico sia per la sua possibilità di essere articolato a piacere come per la sua resa anche con il sole alle spalle potendo regolare, fino a sette livelli, il suo valore di luminosità. Anche in questa macchina è presente la funzione touch screen, sia per la selezione delle voci del menu come per lo scatto finale, ma non così completa come nella più recente GF3. Ottima la sensibilità al tocco e pratica la possibilità di scegliere velocemente il punto di MaF e esposizione. Anche con l’LCD è possibile avere un ingrandimento della zona di messa a fuoco il cui rapporto da 5 a 10x è comandato dal selettore girevole in alto a destra. Una particolarità, quella del touch screen, che nel digiscoping è diventata necessaria se non addirittura fondamentale per cercare di ottimizzare la velocità di scatto. La possibilità di poter selezionare rapidamente un punto preciso su tutta l’area dell’immagine è una prerogativa che solo le mirrorless hanno e per noi è di grande aiuto e supera la ristretta, anche se su più punti, area centrale delle reflex.  Anche in questo caso abbiamo preferito l’uso del touch screen con un bastoncino creato da noi piuttosto che con l’accessorio in dotazione che è troppo piccolo e corto. Una nota a favore della tecnologia scelta da Panasonic è proprio la grande sensibilità al tocco e la grande precisione. Queste caratteristiche sono dovute alla scelta di usare un LCD sensibile alla pressione sull’area dello schermo. Contrariamente al sistema capacitivo, ovvero il punto di pressione viene localizzato grazie all’interruzione di un fascio continuo di elettroni, quello scelto si attiva solo alla pressione, come un interruttore, consentendo un grande risparmio nei consumi perché il consumo di energia avviene solo se si applica pressione.

Il controllo del menu è molto intuitivo, come abbiamo già visto nella sua sorella minore GF3, ed assai ampio e molto completo. Simile a quello abituale delle reflex semi professionali ha anche la possibilità di un menu veloce con 10 funzioni selezionabili da noi per un controllo ancora più  veloce e mi. La resa finale, tra menu classico, touch screen e menu veloce potrebbe sembrare eccessiva ma, nell’uso, dopo poche ore di utilizzo della macchina risulta, al contrario, di grande aiuto. A facilitare il tutto esistono anche 2 possibilità di selezionare impostazioni complete predefinite richiamate da due pulsanti. Questa funzione ci è stata utilissima proprio in questi giorni di tempo variabile con grandi differenze di luce e di esposizione che cambiavano in modo molto repentino.

La parte superiore destraSi è dimostrato assai utile anche nel digiscoping l’uso del pulsante iA che ci permette di scattare con le due funzioni, a scelta, di Intelligent Auto oppure Auto Intelligent + dove la macchina ottimizza molto la resa dell’immagine a secondo della scena e noi possiamo accedere a alcuni controlli, come la compensazione dell’esposizione, il controllo del bianco ed altri, direttamente e velocemente dal  touch screen. La G3 ha anche la possibilità di attivare in automatico il controllo della gamma dinamica (IDR) che non ci ha dato grandi differenze in digiscoping se non quando il sole era coperto Nell’uso normale la resa è molto più visibile e assai efficiente.

Nel digiscoping ci è capitato di notare più di una volta la resa alterna del bilanciamento del bianco con immagini in sequenza assai diverse fra loro. Abbiamo sempre preferito, quando possibile dalle condizioni climatiche, impostare manualmente questo controllo.

Il passo a vite per la testa del treppiede è posto correttamente sull’asse dell’ottica. Tutti i comandi a pulsanti sono disposti in modo molto ergonomico e di dimensioni tali da non incorrere in errori. Buona la posizione del comando, rosso, per l’avvio della registrazione video che non può proprio essere avviato accidentalmente.  Questo pulsante ha anche una sensazione al tatto completamente diversa a tutti gli altri così da non incorrere in errori se lo vogliamo attivare mentre continuiamo l’osservazione al mirino elettronico. Il pulsante di scatto è di generose dimensioni e con una buona sensibilità tanto da poterci permettere l’uso di adapter per lo scatto flessibile senza nessun impaccio e intralcio a tutti gli altri pulsanti. Il lato posteriore con tutti i comandi e l'LCDLa sensibilità e il ritardo dello scatto hanno prestazioni migliori di una compatta e sono nella media tra le reflex senza essere velocissimi. Nello scatto continuo la rapidità è buona sia nel Jpg che nel Raw. Possiamo raggiungere le 20 immagini al secondo (fps) - ma solo a risoluzione  ridotta a circa quattro megabyte. A piena risoluzione si raggiungono al massimo 4,9 fps, anche se il buffer si riempie dopo sette scatti e continua con una sola immagine ogni due secondi. Scegliendo la ripresa con Raw + Jpg tutto si rallenta ulteriormente.

 L’uso di una scheda di memoria veloce fa la differenza e incomincia ad essere necessario molto più che nell’uso con una compatta anche di nuova generazione. Con macchine come la G3 non è solo necessario l’uso di schede veloci ma devono essere anche capienti perché i file Jpg possono raggiungere la dimensione di 7mega e i Raw di 20mega. Ancora più necessarie se facciamo dei video che, volendo, sfrutta tutta la capacità della scheda per un'unica sessione di ripresa. A proposito del video dobbiamo segnalare che la messa a fuoco è continua e si può sfruttare anche in video scoping a rapporti di ingrandimento dell’oculare non eccessivi. Con il nuovo Zeiss Victory DiaScope 85 T* FL dotato dell’oculare 20-75x abbiamo provato delle riprese anche a 45x ma, sia per la ridottissima profondità di campo che per la poca luminosità dell’immagine, non risultava così pratico ed efficiente come a 20x o 30x.

Abbiamo lasciato per ultima la presentazione del sensore perché pensiamo che sia importante precisare quanto lavoro sia stato fatto sulla macchina e sull’elettronica intorno a questo sensore da 16,7 milioni di pixel. Un corpo macchina con una sensazione di robustezza e razionalità, progettato da un team di persone che sicuramente sono anche fotografi (lo si vede da molti piccoli particolari), un elettronica molto completa e funzionale meritavano un sensore di ottime prestazioni che sapesse dare al formato 4/3 quella marcia in più per classificare senza incertezze tutto l’insieme come semi professionale. I risultati sul campo confermano in pieno tutto il lavoro fatto. Come avevamo già detto per la sorella più piccola ci hanno molto sorpreso la qualità del colore e, soprattutto la resa ad ISO che erano un limite molto grosso nelle prime 4/3 che avevamo potuto testare. Lavorare a 800ISO è più che buono e si arriva a risultati di grande rilievo anche a sensibilità superiori senza superare i 1600ISO da dove  la qualità incomincia a decadere per la presenza visibile del rumore elettronico. Abbiamo sempre preferito scattare in Raw ed abbiamo fatto la prima elaborazione di conversione con il programma SILKYPIX Developer Studio 3.1 SE fornito con il CD nella confezione. Di norma usiamo convertire i file Raw in Tiff con Adobe Camera Raw oppure con il DxO Optics Pro 7 che ha un ampio database di lenti ed ha correttamente riconosciuto la macchina e gli obiettivi usati. Il programma SILKYPIX  è un applicazione capace di soddisfare tutte le esigenze del normale utilizzatore con molti controlli in più.  Il Raw è proprio il formato ideale per guadagnare tutti i particolari e la definizione di questo sensore che nei Jpg denuncia un poco la presenza di filtri  anti-aliasing oramai presenti su quasi tutti i sensori in commercio. Nel Jpg, infatti, capita, ad alti rapporti di ingrandimento, di notare un minore numero di dettagli e l’alone più chiaro intorno a soggetti di forte contrasto.  

Tutte le ottiche Olympus, Panasonic, Sigma e Cosina
Tutte le ottiche 4/3 Olympus, Panasonic, Sigma e Cosina mancano alcune novità e i Tamron.

Il parco ottiche di Panasonic

 

Il lavoro fatto dai progettisti Panasonic è stato davvero ben pensato ed organizzato tanto da considerare e rafforzare la mia personale idea che vede le mirrorless come un settore a se che non vuole entrare in competizione con le reflex a specchio ma merita una sua specifica categoria con modelli entry level, semi professionali e professionali  Vantaggi e svantaggi sono da tenere in considerazione all’atto dell’acquisto ma, le mirrorless, danno immagini di grande qualità e offrono macchine con un elettronica e una meccanica molto affidabile e di qualità.  Se a tutto questo corrisponde anche un offerta valida ed ampia di ottiche ed accessori …. Ecco che il gioco è fatto!


Alcuni appunti sulle ottiche testate.


 i tre obiettivi

Con la confezione della macchina ci sono anche arrivate 3 ottiche Il Panasonic Lumix G 14mm F2.5 ASPH, lo Zoom Panasonic Lumix G Vario 14-42mm F3.5-5.6 ASPH OIS e il Panasonic Leica DG Macro-Elmarit 45mm F2.8 ASPH OIS che avevamo già provato nel test precedente.

Il Panasonic Lumix G 14mmInutile dire che il 14mm ha delle serie difficoltà a combinarsi con i nostri oculari. La sua costruzione in materiali leggeri è molto compatta tanto da essere di diritto un pancake. Considerato un obiettivo quasi standard ed economico ha un ottima resa ottica ed è molto divertente e creativo nell’uso normale. Corrisponde ad un grandangolare di 28mm (75° di campo visivo) e, abbinato alla G3, rende la macchina più “tascabile” e molto adatta a istantanee di viaggio. Come 14mm è piuttosto luminoso e compie un ottimo lavoro sia nel colore, nel contrasto generale come nel controllo della geometria dell’immagine. In questa ultima caratteristica ha una resa davvero eccellente che aumenta se abilitiamo la correzione che viene fatta dal processore interno alla macchina o , meglio, se convertiamo i file Raw con DxO Optics Pro 7. Composto di sei lenti in 5 gruppi (3 lenti asferiche), ha un elevata compattezza di soli 20,5 mm. per un peso “piuma” di 55g. con una MaF molto veloce e silenziosa. La baionetta è costruita in metallo.  Montato sulla GF3 la rende similissima ad una compatta ma montato sulla G3 sproporziona tutto facendo sembrare il corpo macchina molto più grande di quello che è. In fatto di compattezza ha solo un rivale che però è costruito per un formato più grande, il Pentax 40mm F2.8 DA XS .

Molto più proporzionato ma sempre di alta qualità è lo zoom 14-42 f/3.5-5.6 con il quale abbiamo scattato alcune immagini in  quelle poche giornate di sole. Il vantaggio di una MaF dai movimenti interni ci ha permesso di poterlo abbinare con adapter come il DCA (Swarovski) o il DA-10 (Kowa) ed una semplicissima barra di stabilizzazione. La resaLo Zoom G Vario 14-42 in digiscoping è molto penalizzata dalla poca luminosità che ci costringe ad usare alti ISO o in giornate di pieno sole. La sua costruzione ottica composta da 12 lenti (1 asferica) in 9 gruppi è “classica” e non crea problemi in tutta la sua escursione intermedia. Se non corrette dal processore interno della macchina sono visibili delle distorsioni a barilotto a 14mm e quella a cuscinetto a 42mm. I valori sono comunque molto contenuti se consideriamo che l’ottica in questione è uno zoom standard (assai diffuso nei Kit in vendita). Da tenere in considerazione è la tendenza alla vignettatura che, abbinando l’ottica ad oculari di media qualità risulta molto più evidente e fastidiosa con una difficile correzione anche se usiamo un programma come il DxO Optics Pro che, al contrario, svolge un operazione magistrale su immagini non in digiscoping. L’aberrazione cromatica è molto contenuta e presente solo ai bordi con buoni oculari superiori a 30x. Anche questo zoom standard è dotato del Mega OIS, il sistema di stabilizzazione ottica dell'immagine che impiega sensori giroscopici. Tutta la costruzione denuncia una grande attenzione ai particolari facendo passare in secondo piano l’ampio uso di materie plastiche. La baionetta non è costruita in metallo. L’unico movimento in estensione è quello dello zoom lasciando comunque tutto l’insieme molto stabile e privo di oscillazioni. La filettatura del porta filtri, porta adapter, non gira ne con il variare dello zoom ne con quello della MaF.

Panasonic Leica DG Macro-Elmarit 45mm F2.8 ASPH OIS
Caratteristiche
Attacco: Micro Quattro Terzi - Baionetta in metallo
Lunghezza focale: 45 mm (90 mm equivalente sul formato 35mm)
Angolo di campo: 27°
Massima apertura: f/2.8
Minima apertura: f/22
Costruzione: 14 elementi/10 gruppi (1 elemento ED - 1 asferica)
Diaframma: 7 lamelle circolari
Distanza minima di messa a fuoco: 0.15 metri-0.50 metri (interruttore limitatore)
Massimo ingrandimento: 0.1x / 2.0x
Stabilizzatore: MEGA O.I.S.
Diametro filtri: 46mm
Peso: 225 grammi
Dimensioni: 63 mm (diametro) x 62.5 mm
Manuale istruzioni PDF

Panasonic LEICA DG MACRO-ELMARIT 45 millimetri F2.8 Vorrei dedicare una sezione a se per le caratteristiche del  45mm che ci è stato fornito con tutte le macchine Panasonic. Il Panasonic Leica DG Macro-Elmarit 45mm F2.8 ASPH OIS. Il suo nome molto lungo denuncia già tutte le sue caratteristiche base.

Panasonic e Leica sono i nomi del produttore e del progettista e supervisore. Sul barilotto, nella parte inferiore, compare la scritta “Made in Japan” e sappiamo che la Panasonic produce in uno stabilimento apposito le lenti progettate da Leica che ne controlla sia la qualità ottica come la costruzione meccanica. Questa collaborazione si nota in tutte le ottiche ma in questo 45mm in particolare dove la robustezza costruttiva è una delle sue caratteristiche più evidenti.

DG indica che è stato studiato e progettato per lo specifico uso in digitale per il formato 4/3. Olympus e Panasonic si sono impegnate molto per il successo di questo formato e lo hanno fatto puntando molto proprio sulla resa delle ottiche che dovevano essere riprogettate completamente. Questo impegno, non indifferente, ci ha dato ottiche con caratteristiche di grandissima qualità grazie all’uso di lenti asferiche e lenti prodotte con terre rare (ED). Il progetto meccanico ed ottico ricerca principi di praticità e qualità con movimenti interni per la MaF e principi ottici telecentrici per un immagine che mantenga un uniforme qualità di incidenza della luce fino ai bordi. Panasonic LEICA DG MACRO-ELMARIT 45 millimetri F2.8  brevettoTutto questo sforzo progettuale (Sulla sinistra l'immagine del brevetto ottico) e costruttivo si nota molto chiaramente dalle immagini prodotte che palesano una minima distorsione, pochissima aberrazione cromatica ed un ottima definizione su tutta l’area dell’immagine grazie ad un accurato controllo dell’effetto ghost e flares. Nel caso di questo 45mm non bisogna essere degli esperti fotografi per notare la grande qualità delle immagini che risulta subito assai chiara e palese.

Continuando la lettura del nome di questo obiettivo passiamo a “Macro-Elmarit” dove per macro si intende la sua capacità di riprendere oggetti a grande vicinanza fino ad un rapporto reale di 1:1 (dove 1cm del soggetto ripreso deve riprodurre un’immagine sul sensore della fotocamera di 1cm. … non sono molte le ottiche con questa caratteristica e nessuna nel 4/3). Il nome Elmarit è uno dei più gloriosi di casa Leica sinonimo di grande qualità ottica e progettuale. Ogni buon fotografo ha dei sogni nel suo cassetto ed uno di questi è sicuramente il possedere un  Leitz Elmarit …. magari … un M 21mm f/2,8 prodotto in Canada.

45mm, corrispondenti a un 90mm del formato 35mm, è un medio tele tipico per l’uso del ritratto, una focale già “spinta” per un macro ed ottima per il digiscoping dove ha una completa compatibilità con quasi tutti gli oculari senza produrre vignettatura potendo posizionare l’obiettivo ad un buon range di distanze dall’oculare nella ricerca della migliore copertura completa.Lente asferica Dobbiamo dire che con questo 45mm non ci siamo mai trovati in crisi con nessun oculare sia zoom che a focale fissa. Come abbiamo già detto la sua luminosità di f/2.8 è assai buona se consideriamo la focale e, soprattutto la complessità ottica di un macro.

La sigla che segue è ASPH che denuncia la presenza di almeno una lente asferica. La sintetica definizione di lente asferica su Wikipedia è talmente chiara che la riportiamo così come è scritta. “Una lente asferica è una lente la cui superficie ha un profilo che non è né una porzione di sfera né un cilindro a base circolare. …”. L’uso di queste lenti dal complesso profilo viene studiato per compensare e correggere aberrazioni geometriche ed anche ottiche che, altrimenti, avrebbero richiesto l’uso di raffinati gruppi di lenti. La loro complessa produzione è di grande aiuto sia per la qualità ottica finale come per la compattezza e leggerezza dell’obiettivo. Non tutti gli obiettivi usano queste lenti e non tutte le lenti asferiche sono prodotte lavorando vetri mediante asportazione del materiale e levigatura.  

O.I.S. sta per Optical Image Stabilizer La sigla O.I.S. sta per Optical Image Stabilizer che indica la presenza del sistema, prodotto da Panasonic, per la stabilizzazione delle immagini. Le ottiche Panasonic offrono due distinti tipi di stabilizzazione: il Mega O.I.S (4.000 controlli a secondo) e il Power O.I.S. dove, questo ultimo, presenta una maggiore raffinatezza basata sul doppio dei controlli al secondo. Il 45mm ha un interruttore a slitta che attiva o disattiva questa funzione.

Nota curiosa ma tecnica: Quando cambiamo repentinamente la posizione della macchina con il nostro 45mm e sentiamo un rumore, come di una parte interna dell’ottica che ha gioco come se fosse libera o staccata dal suo supporto, in verità, si tratta di un rumore generato dal funzionamento dello stabilizzatore dell’obiettivo (notate nell’immagine ).

Contrariamente alla maggior parte degli obiettivi macro ci troviamo di fronte ad un ottica molto compatta caratterizzata da un movimento MaF tutto interno e con la parte anteriore, quella con il passo a vite dei filtri (46mm), che non gira con il variare della MaF così da permetterci l’uso dell’adapter o del polarizzatore senza alcuna complessità o variazione. Un vero gioiello progettuale.

Come nella maggior parte delle moderne ottiche il movimento della messa a fuoco manuale mette in funzione il micro motore elettrico interno, lo stesso della messa a fuoco automatica. La sensibilità di questa azione, che muove ben 3 gruppi flottanti, è molto buona, silenziosa e precisa tanto da darci l’impressione del tradizionale movimento meccanico.  Tutti i macro hanno una messa a fuoco minima molto ridotta e qui ci troviamo di fronte ad un ottimo valore  di 15cm. sempre in un rapporto reale di 1:1. Sopra il citato interruttore  O.I.S. si trova un secondo interruttore a slitta che attiva il limitatore di MaF (15-50cm) che possiamo selezionare in base alla nostra distanza dal soggetto . Curiosa la assenza di ogni tipo di riferimento grafico sul barilotto riferito alle distanze di messa a fuoco. Un neo per gli appassionati di macro.

Vista laterale con i pulsantiLa baionetta è costruita in metallo.

Tutto questo lavoro progettuale e ottico produce immagini di grandissima qualità con aberrazioni geometriche quasi inesistenti (possiamo escludere la correzione interna del processore della macchina), una risoluzione eccellente fino a diaframmi abbastanza chiusi (f/11) dopo di che peggiora leggermente ma si tratta di un effetto inevitabile perché dovuto a legge di fisica ottica per la presenza di diffrazione della luce. Le aberrazioni cromatiche sono impercettibili ad occhio nudo e anche in digiscoping (usando oculari di qualità). L’unico appunto che possiamo fare è per la presenza di un accenno di vignettatura che si potrebbe amplificare con oculari molto spinti o di media qualità.  

Ottimo il lavoro dei diaframmi (7 lamelle arrotondate) che producono un bokeh morbidissimo ed omogeneo. Con il nostro oculare Kowa TSN-VA3, che ci permette anche la chiusura di 3-4 stop, la resa è fantastica.

Il suo campo visivo di 27° e la ridottissima distanza tra la prima lente e il passo a vite porta filtri lo rendono facilmente applicabile e regolabile nel digiscoping.

Panasonic ha prodotto nel suo stabilimento di Yamagata, su progetto e supervisione di Leica, un vero macro molto corretto sotto il profilo delle aberrazioni, e, grazie all'apertura iniziale non estrema, ha ottenuto un obiettivo molto performante fin dalla massima apertura del diaframma.

L’unica spina nel nostro fianco è il suo prezzo che si avvicina e supera quello di alcuni corpi macchina micro 4/3. Possiamo assicurare che è pienamente giustificato.


Le immagini di esempio che seguono sono state scattate in buona parte nel formato RAW elaborato con il programma di foto ritocco DxO Optics Pro

Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 800ISO  Codirosso spazzacamino Leggero crop Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 800ISO  Codirosso spazzacamino - Crop 1:1
Panasonic G3 45mm  - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 800ISO  Codirosso spazzacamino Leggero crop Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 200ISO  Codirosso spazzacamino - Crop 1:1
Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 200ISO  Pigliamosche Leggero crop Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 200ISO  Pigliamosche   Crop 1:1
Panasonic G3 45mm  - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - Pigliamosche Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 200ISO  Pigliamosche   Crop 1:1
Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 200ISO  Pigliamosche Leggero crop Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Zeiss Victory DiaScope 85 T* FL 30x - 800ISO  Folaga Crop
Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 200ISO  Pigliamosche Leggero crop Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Zeiss Victory DiaScope 85 T* FL 30x - 800ISO  Folaga Crop
Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Kowa TSN 883 Prominar + TSN-VA3 14x - 200ISO  Garzetta Leggero crop Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Zeiss Victory DiaScope 85 T* FL 30x - 200ISO  Garzetta Crop
Garzetta Garzetta
Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Pentax PF-80ED + Hyperion 17 - 800ISO  Topino (Riparia riparia)  Crop Panasonic Lumix DMC-G3 - Lumix Elmarit 45mm - Pentax PF-80ED + Hyperion 17 - 1600ISO  Tuffetto  Forte Crop
Topino Garzetta

Concludendo

  Piccola di dimensioni ma grande di prestazioni con un sistema di ottiche assai curato e progettato con estrema attenzione, un ottimo mirino elettronico incorporato e l'LCD mobile ... un touch screen davvero pratico per ogni digiscoper e ... tutto questo intorno ad un sensore sorprendente.
   Più ci addentriamo nella produzione di Panasonic e più ci sorprendiamo sulla quantità di contenuti offerti e sulla capacità di integrarli in maniera intuitiva e razionale. In pochi anni si è guadagnata un posto di grande successo eguagliando e superando, alle volte, contendenti che hanno una storica presenza nel mondo della fotografia. La collaborazione con Leica e l'essersi concentrata sul formato 4/3 ha sicuramente contribuito a dare coordinazione e stimolo al progetto di sviluppo con risdultati ogni anno più concreti. Con la G3 si è voluto, sicuramente, dare una macchina capace di convincere il fotografo più smalizziato a fare il fatidico passo verso una attrezzatura più preformante nella qualità e nelle prestazioni fino a soddisfare anche il lato creativo che non deve e non può essere limitato dai mezzi meccanici.

   Purtroppo il tempo non è stato dalla nostra parte e il test si è svolto in maniera molto rapida e poco approfondita ma possiamo dire con certezza che la G3 è una macchina con ottime prestazioni e molto maneggevole. Tutto il sistema Panasonic sembra pensato e sviluppato con grande attenzione alle esigenze del fotografo e del digiscoper. Il suo successo commerciale ne è la prova.

  Cosa ci è piaciuto
Corpo macchina piccolo e versatile. Leggero ma robusto.
Sensore e processore molto ben integrati tra loro per risultati ottimi anche ad alti ISO
Buona gamma dinamica
Ottima resa del RAW
Menu completo e personalizzabile
Menu Touch screen
Mirino elettronico integrato di ottima risoluzione e colore
Veloce e raffinato il sistema di messa a fuoco
Il 45mm è un ottica dalle prestazioni sorprendenti. Particolarmente adatto al digiscoping.
Il 45mm - Straordianria progettazione ottica e versatilità meccanica.
Qualità del video HD 1080 con varie opzioni e controllo manuale.
  Cosa non ci è piaciuto
Resa JPG ad alte sensibilità molto inferiore, proporzionalmente, a quella del Raw.
Buffer poco capiente rallenta la sequenza in modalità Raw..
Assenza interruttore elettronico sensibile alla vicinanza dell'occhio per lo spegnimento in automatico dell'LCD.
Resa della batteria non all'altezza della qualità della macchina.

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