Test
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Zeiss Victory Diascope 85 T * FL -
Zeiss 20-75X
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Tutte le nostre prove sono state eseguite montando il cannocchiale sul robusto treppiedi RedGed RTC 332, in fibra di carbonio, con La testa gimbal RedGed RWC 3 alla quale è stato collegato, grazie alla sua compatibilità Arca Swiss, il Kowa TSN-DA3, per il bilanciamento. Abbiamo usato, quando possibile, l’adapter DCA altrimenti uno universale o adattando quello in dotazione per un altro obiettivo. La macchina era collegata alla stessa staffa del cannocchiale, staffa che fermava il tutto alla testa del treppiede
Per il test abbiamo usato diverse macchine e diversi obiettivi. 2 Nikon, 2 Panasonic, 1 Olympus, 1 Sony e una Pentax.
Abbiamo sempre fatto numerosi scatti (almeno 10) allo stesso soggetto variando diaframmi e tempi di posa. Tra tutti gli scatti abbiamo selezionato il migliore. Tutti gli scatti sono fatti a 100ISO o 200ISO (salvo variazioni scritte). Quando possibile lasciavamo alla macchina il controllo finale della messa a fuoco fine. Per tutte la scelta della calibrazione del bianco era automatica e la impostazione del controllo risoluzione su Off.
Le prove sono state eseguite in esterno con il materiale posto ad una distanza di 25m. sotto le fronde di un noce. Le ore sono quelle di media giornata (11-15). A molti potrà sembrare una scelta discutibile ma, trovandoci di fronte a ottiche di altissimo livello abbiamo volutamente scelto di metterli in situazioni critiche estreme. La scelta è poi dovuta a riprodurre una scena in esterno abbastanza plausibile per una immagine in digiscoping.
Solo gli scatti a soggetti vivi possono essere stati fatti in più sessioni e comunque rispettando lo stesso luogo e postazione gli stessi orari e le condizioni climatiche per non creare grandi differenze.
Le immagini sono state ridotte, per inserirle nel nostro sito, con un programma professionale di foto ritocco ma non hanno avuto nessun altro trattamento. Gli originali verranno conservati per almeno 5 anni.
Il nuovoZeiss montato sul treppiede e testa gimbal della RedGed |
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La prima impressione che si ha, quando si analizzano le immagini prodotte con il cannocchiale Zeiss Victory Diascope 85 T * FL e lo Zeiss 20-75X, è di una ottima definizione dovuta anche ad un contrasto molto ben controllato.
Noi abbiamo sempre testato i cannocchiali confrontandoli con il nostro Kowa TSN 883 che è ancora oggi uno strumento dalle caratteristiche ottiche molto performanti. Ecco che il confronto è molto affidabile vista la nostra conoscenza dello strumento.
Il vero test avrebbe dovuto essere per il nuovo oculare che pensavamo fosse la parte più “rinnovata” del cannocchiale ma i fatti ci hanno confermato che molto lavoro, non solo meccanico, è stato fatto anche sul cannocchiale. A conferma di queste impressioni abbiamo voluto testare il cannocchiale anche con altri oculari non prodotti da Zeiss. Ne è nato un breve ma curioso articolo che vi invitiamo a leggere Qui.
Provando il nuovo potente oculare zoom della Zeiss con macchine compatte, EVIL e DSLR abbiamo potuto notare per la prima volta un effetto ottico di cui avevamo sempre solo sentito parlare. Come abbiamo già detto non siamo a conoscenza della struttura otica dell’oculare ma non possiamo sbagliarci nell’ipotizzare un insieme molto sofisticato ma con ampi spazi d’aria. Si nota, come abbiamo citato e come conferma la casa produttrice, che tutte le superfici sono state trattate e quelle esterne hanno anche il trattamento LotuTec®. I trattamenti sono evidenti anche per la sfumatura di colore del riflesso con dominante (rosso blu per Zeiss, verde per Swarovski, ecc,) e per la resa specchiante. Proprio questa, con alcune macchine, restituisce, ad alcuni ingrandimenti estremi, la superficie del sensore creando una immagine fantasma o un alone centrale più luminoso. Un ottimo sistema per conoscere il livello di pulizia del sensore ma fastidioso per la resa dell’immagine.
Questo effetto
non lo abbiamo notato a fattori di zoom
inferiori a 50x per le
DSLR e le EVIL e mai con le
compatte. Con le DSLR e le EVIL era
presente se montavamo un obiettivo di
focale superiore a 70mm (rapporto
formato 35mm) e non si notava con
obiettivi a focale inferiore.
Nikon D3000 con obiettivo 50mm f1.4 presentava l’alone centrale (come si vede nell’immagine accanto), stessa resa con la Olympus E-420 con il 50mm F1.4 (serie OM) e il E-50mm macro, Panasonic GF3 e GX1 con il 45mm restituiva la superficie del sensore. Solo la Pentax K-01 con il suo pancake 40 mm F2.8 (corrisponde ad un 61mm) ne era immune.
Nelle nostre prove abbiamo anche notato che la copertura del formato è un poco più critica con ottiche che non avevano creato problemi con il vecchio 20-60x e con altri oculari analoghi ma, in maniera meno evidente, la manifestavano pure con l’altro 75x che abbiamo (il Nikon a focale fissa). Pensiamo che sia dovuto alla diversa costruzione ottica dello zoom ma non lo possiamo confermare visto che non abbiamo potuto testare nessun altro zoom a 75x.
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La Olympus 4/3 E-420 con il 50mm ha una copertura completa fino a 50x poi vignetta.
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La Nikon D3000 con il 50mm ha una copertura completa fino a 60x poi presenta un accenno di vignettatura.
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Entrambe le Panasonic micro 4/3 con il 45mm presentano un accenno di vignettatura a 25x per poi coprire su tutto il formato fino a 75x ma presentano il riflesso del sensore molto visibile da 60x a 75x.
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Sorprendente la resa della Pentax K-01 che con il suo pancake non presenta mai nessun cenno di vignettatura.
Nelle immagini del test che seguono dobbiamo far notare che, quelle da 50x a 75x sono immagini che risultano sempre critiche per tempi di esposizione, diaframmi e geometria ai bordi. Questo è dovuto a normali ed imprescindibili leggi ottiche, Avremmo potuto aumentare il valore degli ISO ma abbiamo scelto di mantenere il valore costante per non aumentare il rumore elettronico che avrebbe falsato la prima impressione a discapito della resa del test ed una errata valutazione del contrasto e definizione. Alla luce di questa decisione dobbiamo confermare che la resa è molto alta e che lo zoom si comporta in maniera più che ottima anche a questi ingrandimenti che raramente userebbe un buon digiscoper. Consideriamo che la differenza in tempi di esposizione (a parità di ISO) tra il 25x e il 75x è veramente enorme sintetizzabile in questi dati; 25x 1/350’ – 75x 1/15’.
Consigliamo di leggere attentamente quanto appena scritto per poter dare una valutazione reale e serena alle immagini del test e sull’operato di quest’ottica estrema ma di grande pregio.
La presenza di aberrazioni cromatiche (presenti in tutte le ottiche perché legate a leggi di fisica ottica) è molto controllata nel cannocchiale e si nota in minima parte con l'oculare 20-75x solo ad ingrandimenti molto spinti.
La definizione del cannocchiale è ottima e assai regolare e continua su tutto il fotogramma (non abbiamo provato con macchine Full Frame).
La definizione dell'oculare è molto controllata su tutta la sua estensione risultando decisiva a fattori di ingrandimento spinti. A 75x lo zoom consente, non ostante tutto l'insieme del digiscoping, di leggere molto bene l'immagine prodotta.
La nostra convinzione, da confrontare, è che, paragonato al vecchio modello, sia anche migliorata la resa del colore che oggi risulta molto vicino ai colori reali. Questa nostra convinzione è sia per il cannocchiale che per l’oculare.
In conclusione del nostro test siamo della convinzione che Zeiss abbia dato al suo cannocchiale un rapporto di qualità e di robustezza che ben lo pone nel mercato a competere con i migliori cannocchiali in assoluto riconfermando, se ce ne fosse stato bisogno, il grande prestigio del marchio.
L’oculare si presta al nostro scopo in maniera molto buona fino ad ingrandimenti 50x superati i quali bisogna avere una macchina con un sensore capace di reggere molto bene sensibilità ISO superiori a 800 altrimenti, i tempi di esposizione, produrranno immagini mosse.
Ci è piaciuta la resa del cannocchiale soprattutto per l’ottimo contrasto e la resa del colore.
Abbiamo apprezzato molto la nuova copertura in gomma per la sua robustezza e ottima presa.
Abbiamo trovato pratico, dopo un certo periodo di adattamento, il nuovo sistema di messa a fuoco. Avremmo preferito che il meccanismo di messa a fuoco fosse simile a quello di tutti i cannocchiali e teleobiettivi in commercio per il verso del movimento.
Avremmo preferito avere un sistema di aggancio per gli adapter che presentasse un passo a vite o un’area ferma della scocca vicino al paraocchio per poterlo fermare in maniera salda e impermeabile alla luce.
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