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Test - Olympus OM-D E-M5 e Panasonic Lumix DMC-GH3

 

 

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Olympus OM-D E-M5 e Panasonic Lumix DMC-GH3
Retro


   

I nostri test hanno avuto sempre un grande interesse per i prodotti 4/3 e, grazie alla perfetta collaborazione di Panasonic Italia e Polyphoto, molti modelli dei nostri test sono dei due prestigiosi marchi capaci di offrire una vasta gamma di scelta tra macchine e ottiche che coprono tutti gli interessi di noi fotografi, dalle entry level alle semi-professionali. Oggi ci accingiamo, dopo un lungo periodo di prova, ad analizzare i modelli più performanti e solidi

Pensata per il fotografo più esigente e attento ecco la solida e completa Panasonic Lumix DMC-GH3. La paragoneremo con la Olympus OM-D E-M5 che rappresenta uno dei punti più alti della gamma Olympus DSLR. Ogni tanto citeremo quella che per noi è diventata un modello di riferimento in assoluto, la Nikon D7100. Se il confronto con le tue 4/3 è, tecnicamente, quasi alla pari (stesso formato e stesso sensore) con la Nikon tutto cambia perché il sensore è più grande, un APS-C CMOS BI, ma a noi piace rischiare e così continuiamo a provare anche con abbinamenti che per molti sono improponibili. … Le sorprese non mancheranno.

 Caratteristiche di base.

 

Olympus OM-D E-M5

Panasonic GH-3

Corpo

SLR-style mirrorless

Risoluzione max

4608 x 3456

 

Pixel effettivi

16 megapixel

Dimensione sensore

QuattroTerzi (17,3 x 13 mm) (Sony)

Tipo di sensore

CMOS (Live MOS) - senza filtro passa basso (dichiarato da Olympus)

ISO

Auto (200-25600), 200, 400, 800, 1600, 3200, 6400, 12800,
 interp. 25600

Auto, 200, 400, 800, 1600, 3200, 6400, 12800

Messa a fuoco. N° Punti

35

23

Stabilizzatore immagine

Nel sensore

Nell’ottica

Attacco obiettivo

Micro Quattro Terzi

Fattore di moltiplica

Mirino

100%, Elettronico 0,44x – 1.440.000 punti (Epson)

100% Elettronico 0,64x, - 1.740.000 punti

LCD articolato

OLED - Solo inclinazioni verticali

OLED - Articolazione Totale

Dimensioni dello schermo

3 "

Touchscreen

Si

Risoluzione dello schermo

610.000

614.000

Velocità sincronizzazione flash

1/250

 1/160

Velocità massima di scatto

1/4000 di sec

Velocità sequenza di scatto

9fps

6fps

Processore interno

TruePic VI Venus Engine VII FHD

Tropicalizzazione

Si

Controllo scatto remoto

RM-UC1 DMW-RSL1

Filmato

1920 x 1080 (60i from 30p ),
1280 x 720 (60, 30 fps),
640 x 480 (30 fps)

1920 x 1080 (60, 50, 30, 25 24 fps)
1280 x 720 (60, 50, 30, 25fps),
640 x 480 (30, 25fps).

Tipi di archiviazione

SD / SDHC / SDXC

USB

USB 2.0 (480 Mbit / sec)

Wireless

No Integrato

GPS

No No

N° scatti con batteria carica

500

540 (+10%)

Flash

Slitta multifunzione. Trasmettitore per flash esterni Wi-Fi Olympus.

Integrato, Slitta multifunzione, presa pin .

Peso (incl. batterie)

425 Gr

550 Gr (+20%)

Dimensioni

122 x 89 x 43 mm

132x93x82

 

 

Sensore Live Mos

Causa la pochissima documentazione in rete cercheremo di fare una presentazione che possa riassumere quel poco che abbiamo trovato e cercato di leggere. Abbiamo trovato documenti in tutte le lingue parlate al mondo ma pochi erano sufficientemente approfonditi da farci cogliere tutte le caratteristiche. Nei vari forum in rete abbiamo trovato molta poca informazione se non, addirittura, una grande confusione.Sensore Live MOS

Prima di approfondire le caratteristiche del 4/3 vorremmo ricordare alcuni dati caratteristici dei sensori fino ad oggi prodotti e da noi provati. Abbiamo visto che le tecnologie più diffuse sono il CCD e il CMOS (c’è anche il FOVEON che è esclusivo di Sigma ma ha poca diffusione a dispetto della sua esclusiva qualità). Quando uscirono i CMOS ebbero successo quasi esclusivamente per il loro basso costo di produzione ma, dopo alcuni anni di ricerche, si svilupparono al punto da essere applicati in quasi tutte le applicazioni di immagine (fotografia, riprese video, cinema, microscopia, cellulari, ecc.).

La possibilità di riprese video ad alta definizione e i bassi consumi hanno acconsentito di implementare le funzioni video anche nelle macchine fotografiche ad ottiche intercambiabili. Oggi sono in vendita macchine DSLR che raggiungono una risoluzione video altissima che aumenterà in breve tempo. Sappiamo che la ottimizzazione del CMOS ha portato a nuovi sviluppi consentendo di arrivare a formati fino al full frame migliorando sensibilmente la qualità della definizione e della resa dei colori più scuri (meno rumore elettronico con maggiore profondità colore).

Fra i vari sviluppi del CMOS il più innovativo è sicuramente il Live MOS sviluppato da Panasonic ed oggi condiviso con Sony (produttrice dei due sensori oggi in esame). L’avvento di questa tecnologia per il formato 4/3 ha contribuito significativamente a superare tutti i difetti più limitanti delle prime 4/3 e ad esaltare i pregi aggiungendo caratteristiche tecniche che portarono il produttore a dichiarare che  "il sensore Live MOS offre una qualità dell'immagine paragonabile a un sensore CCD Full Frame con i requisiti di bassa potenza del CMOS." L’aver potuto sviluppare un sensore molto più compatto e razionale nella disposizione elettronica ha portato ad una circuiteria semplificata che aumenta l’area sensibile (paragonato al CMOS “classico”) e riduce la distanza di ogni fotodiodo dalla sua microlente garantendo sensibilità e immagini di ottima qualità anche quando la luce ha un alto angolo di incidenza. La semplice struttura del circuito contribuisce ad una elaborazione complessiva più veloce e a consumi più bassi d’un CMOS. Grazie anche a queste caratteristiche fu proprio un Olympus ad avere per la prima volta un LCD live view su una macchina a lenti intercambiabili (Olympus E-330 del 2006).

Da precisare che, a nostro danno, i produttori, non si sono mai messi d’accordo per raggiungere uno standard sulle dimensioni dei sensori. Solo il Full Frame e il Medium Format hanno dimensioni precise che corrispondono ai formati analogici 24x36 (detto anche formato Leica) e ai 4.5x6 o 6x6.

Un discorso tutto nuovo è stato affrontato, nel 2002, da Olympus e Kodak quando presentarono il formato 4/3 (Quattro Terzi (Four Thirds)) il cui rapporto di misure non si rifà più a quello dei formati analogici ma ai tubi catodici dei televisori. Le sue dimensioni reali sono di 17,3x13mm, contro i 25,1 mm x 16,7 mm dell'APS-C, quindi il rapporto tra i lati è 4/3, ed il fattore di moltiplicazione è di 2x, rispetto al classico full frame 24x36mm.

I formati più comuni sono:

Formati

Area mm2

Dimensioni mm.

Moltiplica x

Full Frame

864

36x24

1

APS-H (Canon EOS 1D Mark IV)

548

28.7x19

1.3

APS-C Nikon

380

23.6x15.7

1.5

APS-C Canon

329

22.2x14.8

1.6

Foveon

286

20.7x13.8

1.7

Micro / Quattro Terzi

225

17.3x13

2

Nikon 1/1 pollici CX

116

13.2x8.8

2.7

2/3

58

8.8x6.6

3.9

1 / 1,7

43

7.6x5.7

4.7

1 / 2.33 Pentax Q

28

6.16x4.6

5.5

1 / 3.2 e varianti (cellulari e videocamere)

15.5

4.5x3.4

-

Sensori 


Curiosità:

a) Tra le evoluzioni più recenti dobbiamo menzionare il sensore X-Trans sviluppato da Fujifilm. La sua elevata qualità delle immagini ha contribuito a far “rinascere” l’interesse per il marchio giapponese che stava subendo una fase di declino nelle scelte dei consumatori. Lo sviluppo nasce da un evoluzione del sensore CMOS Sony.
  In casa Fuji continua lo studio su un brevetto e, ultimamente, sono giunte notizie di una possibile collaborazione con Panasonic per lo sviluppo di questo nuovo e rivoluzionario sensore. La nuova ricerca, abbandonando il silicio, si è rivolta verso lo studio di un sensore “Organico”, quindi, basato su elementi che si rifanno alla chimica del carbonio. Con questa tecnologia non sono più necessari né il sistema di microlenti che dirige la luce verso le aree sensibili, né il filtro per i raggi infrarossi. Questa soluzione, eliminando il classico schema Bayer (o Bayer pattern), sfrutta una distribuzione casuale dei pixel che avranno anche dimensioni irregolari. Il nuovo sensore, sottilissimo, può raccogliere la luce con un angolo di incidenza (60°), quasi doppio, rispetto agli attuali sensori. Tutto fa pensare ad un risultato simile a quello dei vecchi supporti analogici con un rumore più piacevole perché irregolare e ad una risoluzione molto più alta (verrebbe eliminato anche il filtro passa basso perché completamente inutile). Aumenterebbe considerevolmente la gamma dinamica restituendo immagini con alte luci senza perdita di dettaglio e zone in ombra con colori vividi e trama in evidenza. Il primo sensore organico è già in fase di test.

b) - - Maggio 2013 - Un gruppo di ricercatori del Nanyang Technological University, in Singapore, ha sviluppato un sensore per fotocamere, fatto in grafene, che raggiunge una sensibilità mille volte superiore a qualsiasi materiale disponibile oggi sul mercato. Il sensore è in grado di produrre immagini molto più chiare di qualsiasi altro dispositivo, in particolare nel caso di situazioni a bassa luminosità. Richiede 10 volte meno energia rispetto a quelli attuali. Il prodotto è ancora in fase di sviluppo.
Il grafene è circa 1 milione di volte più sottile dello spessore di un capello umano.

 

Il primo contatto con le due 4/3, subito dopo averle tolte dalla confezione, trasmette grande solidità e ergonomia. Entrambe le macchine hanno il corpo in lega di magnesio impermeabilizzato. L’impermeabilizzazione dei due corpi, caratteristica assai utile per noi digiscoper, si giustifica, per ora, per Panasonic solo con 2 ottiche impermeabilizzate, il 12-35 mm e il 35-100mm, mentre per Olympus tutte le ottiche Super High Grade, le High Grade ed alcune della serie M ma non il nostro 45mm. Tra le ottiche non zoom della Zuiko c’è un nuovo ed interessante 60mm macro tropicalizzato.

Panasonic ci ha fornito il corpo macchina con due ottiche, uno zoom molto luminoso e versatile, il LUMIX G VARIO 14-140mm f/3.5-5.6 ASPH. POWER O.I.S e il già conosciuto e testato Panasonic Leica DG Macro-Elmarit 45mm f/2.8 ASPH MEGA O.I.S mentre Plyphoto con il Zuiko Digital 45mm f/1.8 da noi richiesto. 

L’insieme GH3 non è proprio da definire come leggero ma l’ergonomia e il perfetto design d’insieme ci permette di impugnare la macchina senza accorgerci dei suoi 1.016gr. (557gr del corpo macchina e ben 459gr dell’ottica). Costruzione corpiAnche le misure del corpo macchina non sono proprio minime e sono maggiori anche della sua gloriosa progenitrice, la GH2. Panasonic ha voluto dare un corpo solido e maneggevole con comandi e funzioni molto completi. Ad aumentare le dimensioni contribuisce anche l’LCD articolato che è più pratico in molte situazioni di ripresa e assai ricercato da noi digiscoper.

Analoghe impressioni di solidità ci vengono date dalla Olympus OM-D E-M5 che mantiene dimensioni molto più contenute ed ha un design che rappresenta un ottimo esempio di armonia tra retrò e moderno senza pregiudicare la maneggevolezza e l’ergonomia. All’osservazione e al tatto sembra non avere parti in plastica e, come grado di solidità, ricorda le vecchie reflex analogiche che diedero tanto lustro al marchio Olympus.
Il robusto corpo perfettamente tropicalizzato esprime in pieno la sua raffinata costruzione anche dal peso che, è inferiore ma simile a quello della più grande GH3. L’LCD, purtroppo, è articolato solo per movimenti verticali. Questo, per noi digiscoper, è pratico ma non ideale. L’ottica che ci è stata fornita da Polyphoto è lo Zuiko Digital 45mm f/1.8 che rappresenta un ottimo esempio di ingegneria ottica. La Olympus con il 45mm e il DA_10Molto compatto e leggero è un 9 lenti in 8 gruppi con diaframma composto da 7 lamelle circolari. Per noi digiscoper ha una focale ideale ma un diametro filtri poco usuale e poco pratico (37mm.). Siamo stati costretti, non avendo anelli diretti di questa misura per il DCA Swarovski e neppure per il Kowa TSM-DA10, a usare degli anelli di raccordo che aumentano, seppur di poco, la distanza tra oculare e obiettivo. Il movimento delle lenti per la messa a fuoco è interno e la lente frontale non è così incassata nel barilotto lasciandoci dei buoni margini di movimento per la calibrazione con l’oculare. La costruzione è in materiale plastico ma, comunque, robusta. Lo abbiamo comparato con il Panasonic 45mm che ci ha sempre dato ottimi risultati e una buona compatibilità con tutti gli oculari. Entrambi hanno una resa colore che possiamo, senza paura di essere smentiti, definire assai fedele con una leggera tendenza, appena accennata, ai toni caldi per il Panasonic. La qualità, sia ottica che meccanic di quest’ultimo è davvero sorprendente e giustifica la differenza di prezzo. Olympus OM 5 assiSe vogliamo risparmiare l’Olympus è un ottima alternativa che, alcune volte, si dimostra anche superiore se collegato a oculari Swarovski o Nikon. Nel Test della Nikon D7100 abbiamo già parlato del 50mm f1.4 che, in ogni caso, primeggia per luminosità e controllo delle aberrazioni, pur non avendo lenti ED o asferiche.

Entrambe le 4/3 hanno un sistema per il controllo delle vibrazioni che nella E-M5 ha una meccanica assai sofisticata intervenendo, anche durante la registrazione video, su ben 5 assi (2 in più delle altre DSLR, controlla anche il rollio e il beccheggio). Questo significa che è attivo con qualsiasi obiettivo ed è efficace nella registrazione video anche con obiettivi universali (con l'ultimo firmware). Olympus ha scelto un meccanismo sul sensore mentre Panasonic lo integra nelle ottiche e, quindi, è presente solo con ottiche Panasonic. La scelta di Olympus è più adatta al nostro scopo perché funziona anche con abbinamenti dove è necessario l’anello T2 o con vecchie ottiche, oltre a tutte quelle universali. sensore con stabilizzatoreDalle nostre prove risulta efficiente anche con i cannocchiali usati con il sistema a fuoco primario. In effetti il lavoro del giroscopio e degli elettromagneti coinvolti nella stabilizzazione del sensore produce un leggero rumore che possiamo sentire se avviciniamo l’orecchio alla macchina. Molto utile e interessante la funzionalità "Half Way Rls With IS" che consente, pigiando il pulsante di scatto a metà corsa, di pre-visualizzare gli effetti della stabilizzazione nel display.Da notare che il più delle volte usiamo il treppiede e, in questi casi, è consigliato disattivare la stabilizzazione automatica ma abbiamo provato con un cannocchiale collegato con un anello T2 montato su una testa Gimbal mentre riprendevamo soggetti in movimento e ci è sembrato di notare dei miglioramenti nelle immagini. Tra i vari settaggi macchina avevamo dato manualmente i parametri di lunghezza focale visto l’impossibilità di trasmetterli automaticamente. Da notare che, secondo il manuale, la stabilizzazione a cinque assi funziona solo con lenti Micro Quattro Terzi che hanno un specifico contatto elettronico. Forse, nel nostro caso, funzionava solo quello tradizionale sui 3 assi ma la resa finale era comunque molto buona.

Entrambe hanno la messa a fuoco a rilevazione di contrasto e vantano velocità che, con alcune ottiche, è sorprendentemente silenziosa e precisa superando in prestazioni ed affidabilità quasi tutte le reflex provate fino ad oggi. La E-M5 controlla su 35 punti mentre la GH3 su 23 ma entrambe hanno dato ottimi risultati in sensibilità nelle zone più scure. Abbiamo potuto notare ottime prestazioni anche con oculari posti a 40x e soggetti in ombra. Nel caso della GH3 anche nei filati con soggetti poco contrastati in movimento su sfondi scuri. Nikon D7100 ha un controllo doppio (rilevazione di fase e di contrasto, a scelta) e molto più sofisticato basandosi su ben 51 punti, è veloce ma non come nella Olympus.

Le due 4/3 hanno un mirino elettronico di grande qualità ma non sono ancora competitive con quello “classico” a pentaprisma ottico che risulta sempre più fedele e preciso. Olympus ha un mirino da 1.44MlDp mentre la GH3 da 1,744MlDp dai toni leggermente più caldi. Non ostante i numeri darebbero più favorito il mirino Panasonic è in quello dell’Olympus che abbiamo avuto maggior famigliarità nel controllo della messa a fuoco solo dall’immagine del mirino. La copertura del 100% è un altro punto a favore per la E-5. Utile caratteristica del mirino elettronico è la possibilità di controllo attivando la simulazione di esposizione specie se si lavora al mattino o all’imbrunire, quando le luci sono differenti da scena a scena e il contrasto è alto. Tra tutti i mirini elettronici testati fino ad oggi quello che ci ha più convinto è quello della Sony SLT-A77 che vanta una risoluzione di ben 2.4MlDp e una resa ottima nella visione dei movimenti che risultano più fluidi.  
Entrambe hanno il sensore che spegne l’LCD quando l’occhio si avvicina al mirino (sensore di prossimità).

Tutte hanno un riferimento elettronico nel mirino al raggiungimento, in manuale, della perfetta MaF ma quello Nikon è talmente rapido e semplice da risultare molto più pratico. Per raggiungere questa valutazione abbiamo testato i corpi macchina collegati direttamente al Kowa Tele/photo con anello T2 (500mm) per riprendere soggetti in movimento. Con tutti i valori interni settati sullo zero solo Olympus ha dato, da subito, una precisione nella MaF mentre Panasonic e Nikon tendono al back focus. Nulla di preoccupante visto che possiamo tarare dalla macchina l’errore e avere risultati perfetti dopo un paio di prove. La taratura raggiunta rimane memorizzata e non siamo più tenuti a ripeterla.

Panasonic e Olympus hanno optato per due diverse posizioni per l’interruttore di accensione della macchina. La GH-3 lo pone in alto, alla base del selettore delle modalità di scatto, mentre nella E-M5 è posizionato in basso, nel pannello posteriore a destra, accanto all’LCD. Entrambe richiedono l’intervento della mano destra che riteniamo essere la soluzione più istintiva e pratica, ma nella GH-3 è ancora più semplice e non distrae dall’osservazione.
     - Nota - La soluzione migliore, a nostro avviso, è quella di Nikon, attorno al pulsante di scatto (si aziona con lo stesso dito dello scatto), mentre la meno pratica ed intuitiva, oltre a distrarre dal soggetto, è quella di Canon che
, nella D70, lo pone in alto a sinistra, attorno al selettore delle modalità di scatto costringendoci a lasciare la mano sinistra dal controllo della MaF o dello zoom. Come spesso accade sono solo abitudini ma, per noi che proviamo molte macchine, è la meno intuitiva.  

Entrambe le fotocamere dispongono di un LCD OLED touch screen da 3 pollici che nella Panasonic è assai versatile e completo nei movimenti. Nel digiscoping la possibilità d’uso del touchscreen è assai pratica e veloce.

I comandi a pulsante e quelli programmabili sono stati pensati in maniera assai diversa dai due produttori.
Panasonic, avendo un corpo più grande, ha una serie più completa e veloce. La GH3 dispone di 5 tasti funzione che possono essere personalizzati più altri due che possono essere settati sul touch screen. Oltre a questo, la GH3 ha tre altri pulsanti vicini al pulsante di scatto (WB, ISO, Esposizione).
Oltre ai pulsanti ci sono anche due selettori di controllo girevoli, uno anteriore e l’altro posteriore più la tradizionale rotellina sul joystick.
La E-M5 è dotata di due selettori di controllo girevoli e di due tasti funzione personalizzabili più 2 dei 4 di direzione, sul retro, anche loro completamente personalizzabili. Al centro dei tasti di direzione c’è il pulsante “OK” che attiva un menu rapido ad icone per il controllo di tutte le impostazioni primarie. Altri tasti funzione possono essere aggiunti con il battery grip (opzionale).

Da osservare, ed è un vero peccato, che tutti i tasti sono fatti di plastica quando sicuramente i bottoni in metallo sarebbero più in linea con la qualità costruttiva della E-M5. Aver potuto provare per lungo tempo ci ha permesso di provare anche in stagioni quando siamo costretti all’uso di guanti ed è in questi periodi che il corpo più piccolo della Olympus non permette un comando sicuro dei piccoli pulsanti.

Panasonic ha incorporato la tecnologia Wi-Fi nella GH3 in modo che i comandi base come l'esposizione, la regolazione zoom, il punto di messa a fuoco e lo scatto possono essere controllati a distanza tramite una applicazione gratuita per iOS e Android.

La GH3 è dotata di un flash pop-up (n.g.12) ed ha anche la slitta a contatto caldo più la “classica” presa pin per i cavetto di sincronia con flash esterni o di studio. Quest’ultima è una presa ancora molto utile che i produttori hanno escluso, ingiustamente, nelle nuove macchine. Panasonic dispone anche del nuovo flash GN36, che può anche essere controllato in modalità wireless.
Nella E-M5 manca il flash Pop-Up ma viene venduta con un piccolo flash esterno (picolo ma con un Numero Guida pari a 12) che è collegato alla slitta a contatto caldo ed a una presa per tutti gli automatismi comandati dal corpo macchina (TTL-AUTO e Super FP). Questa scelta progettuale noi la consideriamo più indirizzata ad un utente professionale che ha in corredo più di un flash ma riteniamo che la presenza di un, seppur, piccolo e poco potente Flash Pop-Up sia, alle volte, più pratica.

La velocità di scatto continuo della GH3 è di 6fps a piena risoluzione, mentre per la E-M5 è di 9fps a piena risoluzione. Sono ottime performances che sfruttano a pieno le ottime caratteristiche dei processori interni e l’assenza dello specchio.

La gestione delle due macchine è comandata da menu chiari e completi con una preferenza per quello della Olympus per logica e completezza. Anche in questo caso la preferenza è soggettiva ma a noi piace usare la macchina non solo in digiscoping e la E-M5 ha anche un ottimo software di controllo (Olympus Studio 2, non in dotazione) per gestire gli scatti con un computer (peccato non sia WiFi). Per entrambe è possibile accedere ad un menu veloce, programmabile anche da noi, con i comandi più frequenti oppure memorizzare settaggi rapidi richiamabili dal selettore della modalità di scatto.

I consumi delle batterie sono discreti per entrambe le macchine ma, per lavori impegnativi e riprese video consigliamo l’acquisto del Battery Grip (disponibile come accessorio per entrambe). La GH-3, con il battery grip, diventa molto voluminosa mentre quello della E-M5, diviso in due elementi, la trasforma in una macchina dalle misure quasi standard.

I due Battery Grip

Nell’uso in digiscoping la versatilità e la resa del sensore rende queste due 4/3 on ottima scelta per un utente molto esigente.  Sfruttando a pieno tutte le caratteristiche delle due macchine si possono raggiungere risultati di tutto rispetto ma è richiesta una attenta analisi e un accurato studio del manuale. Consigliamo, se lavoriamo ad alti ISO, di scattare in RAW così da gestire il rumore elettronico direttamente con il programma di elaborazione immagine. Sono macchine dall’ottima resa e controllo del rumore elettronico ma, se scattiamo in JPG, è possibile osservare, in certe zone, degli artefatti che potrebbero risultare poco piacevoli su stampe superiori al formato A3. Sono macchine molto creative nate per stimolare la voglia di ricerca e sperimentazione, il tutto si raggiunge in tempi assai veloci. I prezzi non sono tra i più amichevoli ma il valore che troverete nell’uso e nelle immagini spiega abbondantemente lo sforzo iniziale.

Confrontate con la Nikon D7100 e la Sony SLT-A77 salta subito all’occhio la dimensione della E-M5 mentre la GH3 è assai più simile. La resa ottica delle 4/3 non è così evidente se lavoriamo in JPG, a meno di superare abbondantemente l’ingrandimento (oltre il 100%), ma perdono qualche punto a alti ISO dove la grandezza del sensore lascia alle due APS-C più margine e definizione. Gli scatti delle due 4/3 hanno una resa migliore ai margini del fotogramma dove il colore e la luce appaiono più naturali. Nel formato RAW le differenze sono più evidenti ma non penalizzanti. Il rumore elettronico è maggiore ma, specie nella GH3, ha una disposizione più gradevole e si corregge con un buon software di elaborazione immagine, con risultati davvero buoni e gradevoli.
Le dimensioni della E-M5 la penalizzano nell’uso per la piccolezza dei pulsanti ma la loro personalizzazione e L’LCD con il touchscreen possono supplire a questo gap lasciandovi un’ampia possibilità di scelta. La GH3 è assai simile alle due APS-C diventando anche più grande se usiamo il consigliato battery grip. Consigliamo vivamente questo accessorio per le due 4/3 perché hanno meno autonomia dovuta anche all’uso di un mirino elettronico. Da un punto di vista ergonomico la differenza più evidente dal punto di vista pratico è la disposizione del pulsante di scatto che solo nella E-M5 è meno esposto ma si può supplire con l’uso della prima parte del battery grip.  Nikon e Sony sono molto più rumorose nello scatto e la E-M5 batte tutte in silenziosità. La D7100 non ha l’LCD mobile.

Come avete potuto notare la differenza tra le due 4/3 è assai minima e non possiamo indicare una preferenza se non valutando scelte di praticità e comodità personali.
DxODove la differenza si nota molto è nella ripresa video. . La GH3 ha una autentica vocazione per le riprese video che risultano semplici, di alta qualità e supportate da un motore e accessori pensati appositamente per questa funzione. La GH3 salva i video in AVCHD a 28 Mbps oppure in MOV video con bitrate di 72 Mbps e anche il codec H.264. Negli accessori, non in dotazione, e disponibile un microfono semi-cardioide esterno (Panasonic DMW-MS2E microfono, 481g ) dotato di una cuffia protettrice dal vento. Il supporto del microfono è dotato di un meccanismo che assorbe le vibrazioni. Dal menu macchina si possono attivare regolazioni tali da garantire la registrazione del suono desiderato escludendo tutti quelli della macchina e dell’operatore.  Alcuni cine-operatori professionisti sono stati affascinati da queste caratteristiche ed hanno usato la GH-3 nel loro corredo di lavoro.
Anche la Olympus ha la possibilità di riprese video ma è chiaro che questa funzione non è valutata con la stessa importanza della ripresa statica. Questa scelta si nota anche nella disponibilità di settaggi del menu, nella loro logica e completezza, è quindi chiaro che la E-M5 è nata per il fotografo semi professionista che vuole scattare seguendo una propria logica creativa.

Come è nostra abitudine alleghiamo un immagine tratta dal sito DxO dove vengono analizzate macchine, sensori e ottiche in modo molto tecnico. Sta a noi trarre le conclusioni che più si avvicinano alle nostre esigenze.

 

In questa immagine abbiamo abbinato  la .E-M5 con il Kowa Telephoto lens scope La GH-3 con Microfono, Battery Grip e ottiche Panasonic per la ripresa video.
 La .E-M5 con il Kowa Telephoto lens scope La GH-3 con gli accessori
La Olympus E-M5 con l'obiettivo 45mm della Panasonic. L’interesse per la GH-3 nel mondo del video ha portato molte aziende specializzate a produrre accessori specifici. Lo spallaccio bilanciato della americana ZACUTO  il Fee-N-G  
La Olympus con il 45mm Panasonic La GH-3 versione video
La struttura ottica del Zuiko Digital 45mm f/1.8 Panasonic Leica DG Macro-Elmarit 45mm f/2.8 ASPH
MEGA O.I.S
-
In evidenza l’elemento di stabilizzazione
La struttura ottica del Zuiko Digital 45mm f/1.8 Panasonic Leica DG Macro-Elmarit 45mm f/2.8 ASPH MEGA O.I.S

L’interesse per queste due immagini è proprio per risaltare le caratteristiche delle due macchine in situazioni critiche.

La prima immagine è un JPG (ISO 250) ripreso in un’ora meridiana alle 15:38 con sole quasi perpendicolare e dopo un violento acquazzone. Si potrebbe dire un controluce ma ingrandendo 1:1 possiamo notare che nelle zone scure ci sono ancora molti dettagli da poter ritrovare con una buona post produzione.

Immagine 1 Immagine 1 1:1

La seconda immagine JPG è stata ripresa con cielo coperto alle 16:05. Cannocchiale Kowa e GH3 con il 45mm. La difficoltà della MaF è dovuta al poco contrasto e ai molti pani di oggetti che possono distrarre l’AF. Il primo controllo è stato fatto con il cannocchiale e poi, il controllo fine dalla macchina con il touchscreen … tutto si è risolto in un attimo.

Immagine 2 Immagine 2 1:1

 

 

 

 

   


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