Test
-
Leica Apo Televid 82 - Leica 25-50X WW ASPH
Quattro anni fa, quando iniziai a
scoprire il digiscoping abbinando la mia
Nikon ad un cannocchiale russo avuto in
eredità, non pensavo che ci fossero
cannocchiali di altissimo livello fino a
quando non misi l'occhio in un Leica
Televid Apo 77 di un turista olandese.
Fu il primo cannocchiale che mi stupi e
mi convinse che il digiscoping aveva
bisogno di una lente di qualità per
poter esprimere tutte le sue
potenzialità. Come molti, non pensai di
investire tutta quella cifra che veniva
richiesta dal Leica e cercai altre
soluzioni più economiche. Quando, dopo
molte prove e alcuni acquisti, compresi
che non bisognava cedere a compromessi
venne annunciato il nuovo Televid 82 con
il rivoluzionario oculare 25-50x WW
ASPH. Dall'annuncio alla
commercializzazione è trascorso quasi un
anno per motivi che oramai tutti
sappiamo e che ho esposto nella pagina
dell'intervista alla Leica.
Ed ora
.. finalmente, eccolo alla prova.
|
Anche per questo marchio
facciamo una piccola e succinta
storia anche se, forse, mai come per
questo marchio non è necessaria
perché tutta la storia dell'ottica e
della fotografia è segnata dalle
soluzioni e dalla qualità di questo
marchio tedesco facendolo entrare,
di diritto, tra i miti. Il nome
LEICA è composto dalle prime tre
lettere del cognome di Erns Leitz e
da quelle del vocabolo tedesco per
indicare la macchina fotografica -
Camera. LEItz CAmera.
Erns Leitz, già nel 1869, fondò la
prima azienda per la progettazione e
produzione di strumenti ottici ma fu
grazie al figlio Ernst II e
all'ingegnere della Zeiss Oskar
Barnack che il marchio entro nella
fotografia e lo fece con una grande
rivoluzione. Il formato 24x36 che è
conosciuto proprio come "formato
Leica". Venne pensata e prodotta la
prima macchina fotografica 35mm con
otturatore sul piano focale, con
obiettivo 50 mm, slitta porta
accessori e peso di soli 350 g, La
prima macchina fotografica compatta
con rullino porta film. Da allora è
stata la macchina più imitata e il
formato più in evoluzione.
Altrettanto famosi sono gli
obiettivi che Leitz produsse e
produce ancora oggi. Nella storia
dell'ottica il passo a vite M39 o
LTM (Leica thread-mount) è uno
standard inventato da Leica e ancora
oggi diffuso. La ricerca meccanica e
ottica ha sempre segnato e preceduto
i tempi e, per moltissimo, è stata
considerata l'ottica di riferimento.
Qualunque collezionista ha un
riguardo particolare per la
produzione di questo marchio e
alcuni oggetti raggiungono cifre
altissime.
I binocoli e
cannocchiali Leica sono un mito per
qualità e resa ottica, robustezza e
assistenza. Anche in questo campo ci
sono pietre miliari segnate dal
marchio tedesco che ha contribuito
fino dagli albori allo sviluppo di
strumenti raffinatissimi. Basti
pensare che già nel 1869 si
produceva un oculare per telescopi e
microscopi capace di correzione
delle aberrazioni geometriche e
acromatico. Il famoso, ancora
prodotto e imitato oculare Kellner.
Una cosa che ha sempre distinto i
prodotti di questo marchio è il
design frutto di uno studio che
vuole premiare anche l'essenzialità
e l'ergonomia.
La scatola di
cartone argentato contenente il
cannocchiale e l'oculare misura
(LxAxP) 37x13x14 e il cannocchiale
pesa 1.490g l'angolato e 1.520g il
diritto (dati della casa). Noi
abbiamo pesato il nostro angolato
con l'oculare ma senza i tappi in
una bilancia digitale di precisione
e ci risulta 1.918g). Non male per
un cannocchiale con lente da 82mm.
Tolto dalla sua scatola ecco che ci
colpiscono da subito la sensazione
tattile dei materiali e il design.
Pulito, razionale, ergonomico e
leggero. A nostro avviso, il più bel
cannocchiale che abbiamo avuto tra
le mani.
Soprattutto chi ha
avuto il vecchio modello non si
potrà aspettare un oggetto gommato
nero e senza quel, a volte
problematico, rigonfiamento dei
prismi. Anzi, il nuovo Televid, ha
una zona prismi molto compatta e
sottile che non offre nessun
problema nell'allineamento con la
base di fissaggio equilibratrice
della testa del cavalletto. Angolato
o diritto ha una sua linea
inconfondibile. Misure e proporzioni
lo rendono molto ergonomico,
intuitivo e comodo. Se lo
confrontiamo con il suo progenitore,
il Televid 77, le differenze sono
evidentissime e esprimono
chiaramente quanto lavoro è stato
fatto e come è cambiata radicalmente
la filosofia costruttiva sia
meccanica che ottica.
Anche
per il Leica la base di fissaggio è
sagomata in modo da essere fissata
direttamente al cavalletto Leica
dotato dell'ottima testa a movimento
fluido e bilanciato DH-1 (prodotta
da Gitzo) o alle teste Manfrotto che
usano la piastra 200PL38.
Ottimizzare l'innesto per trappiedi
Manfrotto e Gitzo, i più diffusi sul
mercato, è un ottima soluzione e
strategia. Questa idea è sata
condivisa anche dal marchio
Swarovski. Noi abbiamo fissato il
cannocchiale alla nostra 128RC senza
l'uso della piastra. Ma, nel caso
delle Manfrotto non è solo la 128
che usa queste piastre, anche la
testa a sfera idrostatica 468MGRC2 o
quella rapida 322RC2 ed altre
ancora. Il punto di ancoraggio alla
testa è perfettamente bilanciato per
l'osservazione ma con la macchina
fotografica (Compatte o reflex) ha
bisogno di una piastra di
bilanciamento. Abbiamo montato il
Leica sulle teste gimbal grazie alla
possibilità di ruotare il
cannocchiale sul suo supporto ad
anello. Il movimento è a 360° e lo
possiamo bloccare con una fermo in
tutte le posizioni o in 7 posizioni
predefinite da uno scatto meccanico.
Come per lo Swarovski anche con il
Leica è stata sufficiente una
piastra da 85mm ma consigliamo una
più lunga di almeno 100mm per poter
compensare l'uso con reflex più
pesanti e impegnative. La base, di
forma quadrata, si può fermare sulla
testa in tutte le posizioni. Subito
accanto al passo a vite da 1/4" c'è
un altro piccolo foro filettato di
cui non conosciamo l'utilizzo.
Curiosamente non è possibile fermare
il cannocchiale a una testa dotata
di vite del passo di 3/8".
La
scelta di una robusta copertura in
gomma nera senza tante decorazioni
ma solo con una trama (ricorda
quella della pelle) è un altro
elemento che contribuisce a fare di
questo cannocchiale un oggetto di
design. Il materiale è ottimo e
sicuro nella presa con le mani nude
o con i guanti e non è soggetto a
segni o abrasioni per colpi
accidentali. Anche il paraluce
integrato è gommato ed ha sui
fianchi il classico bollino rosso
con il marchio. Può essere esteso ma
non girato intorno all'asse del
cannocchiale. Questo particolare
limita l'uso dei tre riferimenti con
funzione di mira di puntamento
perchè rimangono nella loro
posizione sulla sommità del
paraluce, non possiamo spostarli
lateralmente. Sicuramente hanno una
funzione più pratica e intuitiva
nella versione diritta mentre in
quella angolata, come in tutti i
cannocchiali simili, perde molto
della sua funzionalità e richiede un
mirino all'altezza della macchina e
dell'occhio. Il paraluce ha ottime
dimensioni per assolvere alla sua
funzione e, anche esteso, riceve e
blocca il tappo di protezione lenti.
Tappo che dobbiamo usare sempre per
nostra sicurezza e per la fedeltà
colore delle nostre immagini. Il
paraluce risulta duro all'inizio del
suo movimento per poi essre fluido e
silenzioso.
Lo scafo è stato
realizzato in lega di magnesio
pressofuso e le lenti, già
apprezzate nel vecchio modello, sono
state ridisegnate e realizzate con
nuove soluzioni tecniche sia nel
materiale alla fluorite che nella
copertura Aquadura TM a protezione
sia dall'umidità, appannamento e da
involontarie ditate. Siamo di fronte
ad un 4 lenti composto dal classico
tripletto e una lente neutra di
protezione. Nei confronti del
modello precedente, un 77mm, ora
abbiamo un aumento di potenza del 6%
ma una considerevole diminuzione di
pesi e misure (20% più leggero).
Sorprendente, come vedete dalle
immagini, è la dimensione compatta e
molto ridotta della zona prismi.
Pratico è il disegno dello scafo che
integra i comadi, doppi, di messa a
fuoco. La forma aiuta a tenere la
mano appoggiata con le due dita
pronte sulle manopole. La manopola
di messa a fuoco veloce ha una
escursione di quasi 5 giri (la
maggiore che abbiamo incontrato fino
ad oggi) e quella di messa a fuoco
fine è molto precisa. Il movimento è
fluido e con poca resistenza. Con
questo cannocchiale possiamo
fotografare piccoli insetti e
rettili partendo da una distanza
minima di 3.9m. Una caratteristica
che piacerà tantissimo a tutti i
digiscoper che amano riprendere
farfalle e libellule.
Anche
l'oculare 25-50x WW ASPH ha un
design che ben si allinea a tutta la
siluette del cannocchiale.
La
luminosità e definizione, con una
buona correzione fino ai bordi,
denunciano un progetto estremamente
evoluto. Il primo oculare 25-50x
grand'angolare presentato sul
mercato è un 8 lenti di cui una
asfericha per ridurre al massimo
aberrazioni e il classico e
fastidioso effetto "tunnel", In
effetti l'osservazione è assai
facile e gradevole a tutti i fattori
di zoom. Caratteristica che piacerà
molto ai birdwatcher. Durante le
nostre riprese fotografiche si è
comportato molto bene anche a 50x.
La Leica dichiara che con questo
oculare si ha un aumento di
luminosità, nei confronti del
vecchio 20-60x del 6%. Avendo potuto
provare anche il vecchio modello, ci
stupiamo perché, soprattutto a 50x,
la luminosità complessiva ci
sembrava maggiore di un semplice 6%.
L'innesto a baionetta, purtroppo
non compatibile con i vecchi
oculari, è stato ridisegnato per
garantire impermeabilità all'acqua e
alla polvere. La manopola rivestita
in gomma ha una ottima presa anche
con i guanti. Il movimento, molto
fluido, ha solo dei chiari
riferimenti grafici per i vari
fattori di ingrandimento.
Il
paraocchio, gommato, si estende con
movimenti a 3 scatti. Togliendo la
parte gommata possiamo sfruttare un
area di 55mm di diametro per una
profondità di 6mm con una
scanalatura che ben si può adattare
a nostre soluzioni per la creazione
di un adapter.
Le caratteristiche, fornite dalla
casa, del nuovo zoom paragonato con
il vecchio 20-60x e con il 32x WW
Caratteristiche se montato sul
Televid 82
Caratteristiche |
Oculare zoom 20-60x (Vario) |
Oculare zoom |
Oculare 32x WW |
Ingrandimento |
da 20x a 60x |
da 25x a 50x |
32x |
Lunghezza focale | 22,2-7,3 mm. | 18-9 mm. | 18-9 mm. |
Struttura | 9 lenti | 8 lenti | 7 lenti |
Pupilla di uscita |
4,1mm-1.4mm |
3,28mm-1.64mm |
2.56mm |
Estrazione pupillare |
19mm |
19mm |
20mm |
Campo visivo a 1000m |
34m-20m |
41m-28m |
40m |
Angolo visivo in gradi |
2.0°-1.2° |
2.35°-1.6° |
2.3° |
Lunghezza approssimativa Dati della casa |
83mm |
100mm |
68mm |
Diametro Dati della casa |
56,5mm |
57,5mm |
56,5mm |
Peso approssimativo Dati della casa |
320g |
390g |
288g |
La Leica ha realizzato un
economico adapter appositamente
studiato per l'uso con la fotocamera
digitale compatta D-Lux 4. Per
maggiori informazioni su questo
razionale oggetto rimandiamo alle
nostre pagine della prova D-Lux 4 e,
per ora, possiamo solo anticipare
che, se con la D-Lux si abbina
perfettamente, non ha la possibilità
di essere usato con altre macchine (tranne
la Panasonic Lumix3) perché il suo
passo a vite verso la macchina è
proprietario e maschio.
Per tutte
le nostre prove con altre macchine
abbiamo usato il DCA della Swarovski
applicando, all'oculare, un pezzo di
camera d'aria come spessore per
garantire un ottima presa e una
perfetta centratura. La Leica ha in
catalogo un adapter universale per
macchine compatte che non abbiamo
potuto testare.
Questo
cannocchiale è palesemente il
capostipite di una nuova linea, con
lui vediamo solo l'inizio di quello
che sarà sicuramente un sistema di
cannocchiali che darà molte
soddisfazioni alla casa madre e ai
suoi clienti.
La sfida con tutti
i vecchi e nuovi contendenti sarà
molto dura perché il mercato di
questi strumenti si sta sviluppando
e i nostri interessi non sono più
ristretti a soli quattro machi
storici.
Nella tabella sottostante presentiamo alcuni tra gli accessori che la Leica propone per il digiscoper e il birdwatcher.
- NOTA: _ Per ulteriori indicazioni sull'uso visuale del cannocchiale Leica possiamo leggere l'ottima recensione di Binomania dove la attenta e approfondita analisi può dare ulteriori elementi di scelta. - Il link - QUI -